Politica

Pd in fibrillazione: Belloni e mosse Conte agitano il partito

E’ un passaggio difficile per il Pd, la candidatura di Elisabetta Belloni agita il partito e rischia di portare ad una discussione infuocata all’assemblea dei grandi elettori di domattina. Enrico Letta è stato cauto finora, ha fatto filtrare solo una nota in cui si ribadisce che “l’unità della maggioranza di governo è fondamentale” e che non è il caso di bruciare altri nomi. Ma tra i democratici la tensione è forte, i big del partito – a partire dai ministri Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando – sarebbero decisamente contrari all’ipotesi di sostenere la direttrice del Dis e tanti grandi elettori spingevano per tenere già stasera l’assemblea con il segretario, convinti che l’operazione Conte-Salvini sia partita anche con il benestare di Letta. Senza contare che riprende fiato l’insofferenza dell’ala più moderata nei confronti di Conte, a questo punto accusato di intelligenza con il nemico.

Il leader Pd, appunto, con la nota ha frenato e dopo la riunione con Giuseppe Conte e Roberto Speranza chiede un “tavolo di maggioranza” perché “non ci si può spaccare sul Quirinale”. Fonti del Nazareno ripetono: “Noi vogliamo che la maggioranza sia unita e domani lavoreremo per tenerla unita”. Il fatto è che il partito si trova ad un bivio difficile, perché conti alla mano “Lega, M5s e Fdi insieme sono poco sopra i 505. Possono eleggersi la Belloni, se sono compatti”. Insomma, da un lato c’è buona parte del partito in fibrillazione, dall’altra c’è il rischio oggettivo che l’asse Lega-M5s-Fdi riesca comunque a eleggere la direttrice del Dis. Per il Pd potrebbe non essere una buona mossa schierarsi dalla parte del no, se alla fine la Belloni passasse comunque.

D’altro canto, Matteo Renzi avverte: “Se viene eletta la Belloni si va a votare, Conte, Salvini e Meloni la usano come strumento surrettizio per andare a elezioni”. Uno scenario che agita appunto anche tanti nel Pd e la stessa Leu. Un deputato Pd avverte: “Se si deciderà di andare sulla Belloni stavolta ci si conta in assemblea. So deve votare. Su questo non siamo disposti a transigere”. Una situazione delicata da gestire per Letta. Per questo in serata dal Pd tengono a precisare che “nessuna decisione è stata presa”. Ma il gioco di equilibrio sta diventando sempre più complicato, e ovviamente riprende fiato l’ala più moderata che non ha mai amato troppo l’asse con Conte. Il leader M5s a questo punto finisce nel mirino di un bel pezzo di Pd, che invece ora guarda con maggiore simpatia a Luigi Di Maio.

Se davvero si andasse alla forzatura sulla Belloni, la rottura con Conte diventa uno scenario concreto, evocato soprattutto da chi non ha mai gradito troppo l’asse con i 5 stelle. E la tregua delle correnti sembra sempre più fragile. Per questo, Letta prova a ripartire dal “tavolo di maggioranza”, guardando alla “novità dell’autonomizzazione di Fi”.

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