Usa, è ancora scontro su riconteggio dei voti. Stein: “Si faccia manualmente”

Usa, è ancora scontro su riconteggio dei voti. Stein: “Si faccia manualmente”
29 novembre 2016

Si accende negli Usa la partita sul riconteggio in tre Stati, Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, promosso da Jill Stein, il candidato indipendente (Verdi) alle presidenziali dell’8 novembre, e che punta a rovesciare l’inatteso trionfo di Donald Trump. Stein ha presentato ricorso a un tribunale della contea di Dane, in Wisconsin, contro la decisione della Commissione Elettorale statale che ha respinto la richiesta di ricontare a mano le singole schede, lasciando libere le 72 contee di scegliere come procedere: se con il piu’ lento ma accurato esame a mano delle schede o attraverso un sommario esame elettronico. Secondo la Stein, citata dai media locali, “il nuovo conteggio manuale e’ l’unico modo per garantirne l’accuratezza dato che i sospetti di presunte interferenze esterne riguardano proprio il voto elettronico”. Il riconteggio in Wisconsin, che assegna 10 grandi elettori, iniziera’ giovedi’ primo dicembre, o al piu’ tardi venerdi’. Costera’ circa un milione di dollari e potra’ durare al massimo fino al 13 dicembre come prevede la legge che consente fino a 35 giorni di tempo per le contestazioni dopo il voto. Dopo il Wisconsin la candidata verde Stein ha depositato richiesta per il riconteggio anche in Pennsylvanya, che di grandi elettori ne assegna 20.

I suoi legali hanno agito in nome e per conto di 3 elettori – gli unici autorizzati a chiedere il riconteggio – in ognuno dei 100 distretti elettorali in cui e’ diviso lo Stato. Ora saranno le commissioni elettorali a decidere se accogliere il ricorso. Domani sara’ la volta della richiesta di riconteggio in Michigan, che assegna 16 grandi elettori e che proprio lunedi’, da buon ultimo, e’ stato ufficialmente assegnato a Trump. Il New York Times ricorda comunque che ne’ la candidata Stein ne’ la democratica Hillary Clinton hanno trovato prove di eventuali manomissioni in alcuno dei tre Stati, dove Trump si e’ imposto con un margine combinato di circa 100.000 voti. La campagna della Clinton ha fatto sapere che paghera’ per avere i suoi avvocati tra i partecipanti al riconteggio, precisando comunque che non contribuira’ economicamente alle somme da pagare per le operazioni. D’altra parte la campagna della Stein ha precisato di non avere intenzione di collaborare con quella della Clinton nell’operazione.

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Il presidente eletto Donald Trump, che intanto continua a lavorare sua squadra di governo, ha accusato Hillary Clinton di aver beneficiato di “frodi elettorali”. Ieri Trump ha pubblicato cinque ‘tweet’ in meno di un’ora, nei quali, senza fornire prove, ha fatto riferimento esplicito a “frodi elettorali in favore di Clinton” in tre Stati, Virginia, New Hampshire e California, e ha nuovamente attaccato i giornalisti, accusandoli di non fare bene il loro lavoro. Sempre su twitter, Trump ha attaccato i democratici accusandoli di unirsi a una “truffa” orchestrata dai Verdi “per riempire le loro casse chiedendo un riconteggio impossibile”. Del resto, per il persidente eletto l’8 novembre avrebbe vinto anche il voto popolare se “milioni di persone non avessero votato illegalmente”. In risposta, il segretario di Stato della California, Alex Padilla, ha osservato che “gli sconsiderati ‘tweet’ del signor Trump sono inappropriati e sconvenienti per un presidente eletto”.

Sulle accuse di Trump e’ intervenuto anche Bernie Sanders, il quale, ha puntato il dito non solo ha puntato il dito contro il presidente eletto, reo a suo dire di di affermare “sciocchezze vergognose e infondate”, ma ha accusato tutto il partito repubblicano di “minacciare la democrazia americana”. Jason Miller, portavoce della campagna di Trump, ha sarcasticamente definito “uno scherzo” il fatto che a proporre di riconteggio sia un candidato che ha ottenuto al voto meno dell’1%. Particolarmente difficile comunque la situazione in Pennsylvania, dove Trump ha un vantaggio di 70.638 voti (1,1%). Nello Stato ci sono piu’ di 9.000 distretti di voto, mentre un portavoce del Dipartimento di Stato, Wanda Murren, ha riferito di essere a conoscenza di petizioni in appena 67 contee. Di diverso avviso la campagna della Stein, secondo la quale gli elettori hanno presentato petizioni in 120 distretti, tra cui oltre 70 nella sola Philadelphia, dove la contea non ha ancora certificato il voto e le petizioni possono essere accettate. L’8 novembre Trump ha ottenuto 306 grandi elettori sui 270 necessari per conquistare la Casa Bianca, e Clinton 232.

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