Processo Ciancio, legale a Gup: nulla richiesta rinvio a giudizio

Processo Ciancio, legale a Gup: nulla richiesta rinvio a giudizio
14 ottobre 2015

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia, i due fratelli del commissario della Polizia di Stato Beppe Montana, ucciso dalla mafia, Dario e Gerlando, e Sos Impresa, associazione antiracket di Confesercenti, sono stati ammessi parte civile dal Gup del tribunale di Catania Gaetana Bernabo’ Distefano, nell’udienza preliminare in cui si discute la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa. I legali di Ciancio hanno presentato delle eccezioni e il Gup si e’ riservato di decidere ritirandosi in camera di consiglio.

La “nullità della richiesta del rinvio a giudizio” per “la genericità del capo di imputazione” è stata chiesta al Gup dal collegio di difesa dell’editore catanese. Il Giudice dell’udienza preliminare si è riservata la decisione e si è ritirata in camera di consiglio. L’eccezione è stata presentata in aula dall’avvocato Carmelo Peluso che ha contestato una difformità di contenuti tra l’avviso di conclusione indagini e la richiesta di rinvio a giudizio: “nel primo – ha osservato il legale – si contestava il reato ritenendo che fosse stato commesso a partire dal 1982 a oggi, mentre nella seconda la data di inizio è scomparsa. Probabilmente per potere acquisire dichiarazioni successive del ‘pentito’ Francesco Di Carlo che parlano di fatti antecedenti al 1982. Ma prima di quell’anno – spiega il penalista – il reato non esisteva e secondo la giurisprudenza sul caso Contrada non può essere contestato che a partire dal 1994”. La Procura ha chiesto il rigetto dell’eccezione e le parti civili si sono associate alle valutazioni dei Pm. Ora si attende la decisione del Gup.

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Aggiornata, invece, al 27 gennaio 2016 per un difetto di notifica davanti al Tribunale per le misure di prevenzione, l’udienza sul sequestro dei 17 milioni di euro di beni, 12 dei quali in titoli in una banca svizzera, effettuato il 16 giugno scorso dalla Guardia di finanza. L’editore, che si proclama estraneo alle accuse contestate, ha detto di avere “fatto tutto alla luce del sole” e di “essere certo di potere dimostrare qual e’ la verita’ dei fatti davanti a un giudice terzo”. La Procura presente in aula con i sostituti Agata Santonocito e Antonino Fanara. Per la difesa gli avvocati Carmelo Peluso, del foro di Catania, e Francesco Colotti, dello studio di Giulia Bongiorno.

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