Regionali, centrodestra compatto a Lamezia: “Dopo le Marche, stravinceremo in Calabria”
Meloni, Salvini e Tajani sul palco per sostenere Occhiuto alle regionali del 5-6 ottobre. Il leader leghista punta a 20 punti di vantaggio.
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani
Il centrodestra punta alla doppietta. Dopo aver archiviato la vittoria nelle Marche con la riconferma di Francesco Acquaroli, i leader della coalizione di governo si sono dati appuntamento ieri a Lamezia Terme per blindare la Calabria. Obiettivo: rieleggere Roberto Occhiuto alla presidenza della Regione nel voto del 5 e 6 ottobre.
Sul palco di Corso Numistrano, nel cuore della città, la premier Giorgia Meloni, i due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, Antonio De Poli dell’Udc e Laura Castelli di Sud chiama Nord hanno trasformato il comizio in una celebrazione anticipata del successo elettorale.
Meloni all’attacco: “La sinistra tratta i cittadini da stupidi”
Dal palco, la presidente del Consiglio ha sferrato un duro attacco alle opposizioni, tornando sulla recente campagna elettorale marchigiana. “I cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra”, ha dichiarato Meloni con tono polemico. “Guardano al lavoro, ai risultati, alla concretezza di chi li governa e non si fanno ammaliare dagli slogan, non si fanno trattare da stupidi come li tratta chi gli dice ‘vota Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina’”.
La premier ha poi accusato le forze di opposizione di cinismo politico: “I cittadini non sono stupidi. I marchigiani hanno capito quanto fosse disperata quella mossa e il cinismo di chi sfrutta le tragedie per raggranellare qualche voto”. Parole che hanno scatenato l’entusiasmo della platea, in un clima da campagna elettorale ormai agli sgoccioli.
Meloni si è detta “orgogliosa della squadra con cui governiamo questa Regione e il Paese”, sottolineando la longevità dell’alleanza: “Dopo 31 anni siamo ancora qui a combattere una battaglia comune, per vincere insieme come abbiamo vinto ieri nelle Marche, anche ribattezzate Ohio, dove i cittadini hanno riconfermato Acquaroli”. Il riferimento allo stato americano, considerato decisivo nelle elezioni presidenziali, non è casuale e serve a enfatizzare l’importanza simbolica del voto marchigiano.
Il governo Meloni punta al podio della stabilità
La premier ha poi rivendicato i numeri del suo esecutivo: “Il quarto governo su 68 più longevo e tra poche settimane diventeremo il terzo e i primi tre saranno tre governi di centrodestra”. Una stabilità che, secondo Meloni, non è frutto del caso ma di una visione condivisa: “Ed è naturale che solo il centrodestra possa dare stabilità perché noi non stiamo insieme per sconfiggere gli altri o perché detestiamo gli altri, ma perché abbiamo una visione del mondo. Non ci muove la rabbia, ci muove l’amore”.
Un episodio curioso ha caratterizzato il viaggio verso la Calabria: sull’aereo che ha portato Meloni e Tajani a Lamezia viaggiavano anche la segretaria del Pd Elly Schlein e i due leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, probabilmente diretti verso eventi elettorali della coalizione progressista nella stessa regione.
Tajani: “Occhiuto ha saputo dialogare con Roma senza creare contrasti”
Il ministro degli Esteri ha scelto la metafora calcistica per descrivere la situazione elettorale: “Il primo tempo è finito 1-0, ora stiamo facendo il secondo tempo, vinceremo due a zero”. Antonio Tajani ha poi dedicato ampio spazio agli elogi del governatore uscente: “Chiediamo voti per Roberto Occhiuto perché ha governato bene la Calabria, perché Roberto ha trasformato la Calabria”.
Il leader di Forza Italia ha evidenziato quella che considera la qualità principale di Occhiuto: “Ha avuto sempre la grande capacità di dialogare con il governo nazionale, non creando un contrasto tra la Regione e Roma ma cercando di ottenere da Roma tutti gli strumenti utili per sviluppare la Calabria”. Una collaborazione istituzionale presentata come modello virtuoso di rapporto tra centro e periferia.
Salvini annuncia la “stravittoria” con la Lega in doppia cifra
Matteo Salvini non ha usato mezzi termini nell’esprimere le sue aspettative elettorali: “Se nei prossimi giorni darete il vostro contributo, noi non vinciamo… noi stravinciamo le Regionali. Le stravinciamo. Vogliamo vincere con 20 punti di vantaggio, con la Lega al suo massimo storico in doppia cifra per continuare a fare quello che stiamo facendo”.
Il segretario leghista ha quindi snocciolato cifre e progetti per motivare l’elettorato: “22 miliardi di euro sul territorio, lavoro, sicurezza, il Ponte sullo Stretto, strade, ferrovie e alta velocità”. Investimenti che, nelle intenzioni del vicepremier, dovrebbero dimostrare l’attenzione concreta del governo verso la Calabria.
Maurizio Lupi, dal canto suo, ha manifestato grande fiducia nel risultato di Noi Moderati: “Dopo il buon risultato, quasi il 2% nelle Marche, in Calabria noi crediamo di dare un contributo decisivo, credo che supereremo abbondantemente il 5% e questo dimostra che c’è bisogno di più centro nel centro-destra”. Un obiettivo ambizioso che mira a consolidare lo spazio moderato all’interno della coalizione.
Il bilancio di Occhiuto: “Calabria immobile per decenni, ora finalmente orgogliosa”
Roberto Occhiuto ha riconosciuto apertamente il ruolo decisivo del sostegno governativo: “Molte delle cose che abbiamo realizzato non avremmo potuto realizzarle senza il sostegno e l’amicizia di Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini”. Il candidato presidente ha quindi tracciato un bilancio del suo mandato, pur ammettendo i limiti dell’azione politica: “Non abbiamo avuto la bacchetta magica, nessuno ce l’ha, ma in quattro anni abbiamo fatto molto di più che nei decenni precedenti”.
Il governatore uscente ha insistito sulla trasformazione dell’immagine regionale: “La Calabria era immobile, ferma, se ne parlava solo male e in quattro anni abbiamo costruito una Calabria finalmente orgogliosa, di cui si comincia a parlare bene e abbiamo messo mano a riforme importanti”. Parole che puntano a convincere l’elettorato della discontinuità rappresentata dalla sua amministrazione.
La giornata si è chiusa con un momento simbolico. Dopo il selfie collettivo con tutti i leader della coalizione, Meloni ha esaudito la richiesta di un sostenitore di Fratelli d’Italia che le ha chiesto una dedica sul libro “Io sono Giorgia”. La premier si è inginocchiata, ha preso il volume e ha scritto: “Al patriota Thomas, non mollare. Giorgia Meloni”. Un gesto che sintetizza il clima di mobilitazione dell’elettorato in vista dell’appuntamento alle urne.
