Ritrovati timone e cannone navale: possibile legame con la Battaglia di Capo Passero del 1718

Due importanti reperti storici sono emersi dal mare di Fontane Bianche, nel territorio siracusano: un timone, lungo quasi cinque metri e pesante circa 800 chili, e un cannone in ferro lungo 2,5 metri

Cannone Fontane bianche (1)

Il cannone in ferro è lungo quasi 2,5 metri si trova ad una profondità di 49 metri

Due importanti reperti storici sono emersi dal mare di Fontane Bianche, nel territorio siracusano: un timone in legno di grandi dimensioni e un cannone in ferro. A fare la scoperta è stato Fabio Portella, ispettore onorario per i Beni culturali sommersi della provincia di Siracusa, durante alcune immersioni subacquee nella zona.

Il timone, lungo quasi cinque metri e pesante circa 800 chili, è stato realizzato in legno e rivestito da una lamina metallica inchiodata. Per le sue condizioni e la bassa profondità in cui si trovava, è stato immediatamente recuperato su indicazione della Soprintendenza del Mare per evitare deterioramenti. Attualmente si trova sottoposto a un primo trattamento conservativo.

Più in profondità – a circa 49 metri – è stato rinvenuto invece un cannone in ferro lungo 2,5 metri. Secondo gli esperti, alcuni elementi strutturali come culatta, bottone, orecchioni e anelli di rinforzo lo farebbero risalire a un periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo.

Ma la scoperta potrebbe avere una valenza ben più ampia. Alla luce di ritrovamenti precedenti nelle aree di Gallina e Cicirata, a poca distanza da Avola, si ipotizza che questi nuovi reperti siano legati alla Battaglia di Capo Passero, combattuta l’11 agosto 1718 tra le flotte inglese e spagnola.

Le cronache militari dell’epoca raccontano infatti che alcuni galeoni spagnoli, nel tentativo di sfuggire alle veloci navi britanniche, si rifugiarono lungo il litorale avolese, naufragando nei pressi della costa. Il timone e il cannone ritrovati potrebbero quindi appartenere a uno di questi vascelli.

Le ricerche proseguiranno nei prossimi mesi, coordinate dalla Soprintendenza del Mare, con l’obiettivo di fare piena luce su questi importanti frammenti di storia riemersi dal fondale.