Ecco Rosatellum bis, Fi ci sta. Incognita aula e “rottamandi”

Ecco Rosatellum bis, Fi ci sta. Incognita aula e “rottamandi”
22 settembre 2017

La proposta c’è. Martedì dovrebbe essere adottata come testo base, e secondo il timing che piace al Partito democratico, dovrebbe avere il via libera della Camera già entro il 15 ottobre (sebbene l’approdo in aula sia destinato a slittare di una settimana rispetto alla data già fissata del 29 settembre). Dunque, habemus Rosatellum bis, il testo depositato dal dem Emanuele Fiano su cui si giocano le ultime chance della legislatura di partorire una legge elettorale organica al posto del cosiddetto Consultellum, peraltro diversa per Montecitorio e palazzo Madama. Si tratta di un sistema misto, in base al quale il 36% dei seggi viene assegnato su base uninominale e il 64% con il proporzionale. Non è previsto voto disgiunto ed è fissata una soglia di sbarramento del 3% per le liste e del 10% per chi si presenta in coalizione. A questo punto, dopo vari fallimenti alle spalle, la domanda che regna sovrana è in Parlamento è: sarà la volta buona? Sulla carta i numeri ci sarebbero sia alla Camera e al Senato dal momento che hanno dato il loro assenso alla proposta, oltre ovviamente al Pd, anche la Lega, Alternativa popolare e Forza Italia (sebbene la posizione ufficiale continua a essere quella di un sì subordinato all’approfondimento di alcuni dettagli). Ma d’altra parte, il tentativo fatto a giugno sul tedesco aveva ancora più sostegno, visto che c’era il favore anche del Mss. Questa volta i pentastellati non ci stanno e anzi, denunciano il tentativo di fare una legge contro di loro. “È l’ennesima porcata”, afferma Alessandro Di Battista. No anche di Mdp e Sinistra italiana. “È un imbrogliellum”, dice Alfredo D’Attorre. Dubbi di Fdi.

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Ma a questo punto la vera grande incognita è la tenuta del patto alla prova dell’aula. Da una parte, infatti, c’è la diffidenza per esempio di Silvio Berlusconi che si chiede se questo sia un tentativo “vero” di Matteo Renzi e non piuttosto un modo di scaricare il cerino del fallimento su qualcun altro, andando dritto verso l’uso del Consultellum. “Il Pd in questi mesi – osserva però Fiano – è stato l’unico partito a tentare fino in fondo, ora proponiamo un testo che viene incontro a molte delle richieste che ci sono state rivolte”. Ma posto che il patto politico tra i rispettivi leader regga, le truppe parlamentari li seguiranno? Alla Camera incombono numerosi voti segreti: d’altra parte è esattamente così che è fallito il tentativo sul tedesco di giugno, con uno scivolone sulle norme per l’elezione del Trentino Alto Adige. Ma c’è un altro aspetto: sia i leader di Pd che di Fi hanno più volte annunciato la loro intenzione di rinnovare la compagine parlamentare. Poiché questa legge consente di stabilire in buona parte chi avrà un seggio e chi no, bisognerà vedere quanti onorevoli vorranno sottoscrivere la propria “condanna”. Tra gli azzurri, inoltre, non sono pochi i parlamentari, soprattutto al Sud, che temono di “soccombere” alla Lega nella spartizione dei collegi. “Se ci dovessero essere nuovi incidenti in Aula – sentenzia Fiano – sarebbe il fallimento della possibilità di fare una nuova legge elettorale”. Il Rosatellum, inoltre, prevede delle coalizioni su basi nazionali ma di fatto non stabilisce alcun vincolo per il “dopo”, lasciando aperta la possibilità di una grossa coalizione. Per questo D’Attorre attacca: “È un nuovo patto Renzi-Berlusconi per avere ancora più nominati”.

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