Russiagate, avvocato Flynn da Mueller: ex consigliere collabora?

Russiagate, avvocato Flynn da Mueller: ex consigliere collabora?
Michael Flynn, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente statunitense, Donald Trump
28 novembre 2017

L’avvocato di Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente statunitense, Donald Trump, ha incontrato ieri lo staff del procuratore speciale Robert Mueller, che indaga sulle interferenze russe nelle scorse elezioni presidenziali e sui possibili legami con l’entourage dell’attuale capo di Stato. Lo riferisce la Abc, secondo cui si tratta di un possibile segnale della volontà di Flynn di trovare un accordo con gli investigatori. Nei giorni scorsi, i legali di Trump hanno confermato che l’avvocato di Flynn, Robert Kelner, li ha avvertiti di non poter più collaborare con loro sulla strategia difensiva: un altro segnale della volontà dell’ex consigliere di negoziare un accordo, che potrebbe includere la sua testimonianza contro il presidente o i suoi consiglieri. Flynn fu costretto a dimettersi dall’incarico di consigliere per la sicurezza nazionale solo tre settimane dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, per aver mentito al vicepresidente Mike Pence sui suoi contatti con la Russia, ora al centro delle indagini di Mueller. Secondo fonti della Abc vicine alle indagini, il generale in pensione ha cominciato a sentirsi maggiormente sotto pressione quando gli investigatori hanno iniziato a interessarsi a suo figlio, Michael G. Flynn, che lavorava alla società di consulenza da lui fondata, la Flynn Intel Group. Padre e figlio andarono insieme in Russia nel 2015: un viaggio poi divenuto famoso perché a un evento a Mosca il generale in pensione cenò al tavolo del presidente russo, Vladimir Putin, che gli sedeva accanto. I democratici al Congresso hanno detto alla Abc di aver inviato a Mueller delle informazioni relative a Flynn, che avrebbe illegalmente tenuto nascosti molti suoi contatti con cittadini stranieri e molti dei suoi viaggi all’estero, durate il processo per il rinnovo del suo nulla osta di sicurezza, obbligatorio per chi ha accesso a informazioni sensibili.

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“Sembra che il generale Flynn abbia violato la legge federale, omettendo queste informazioni” hanno scritto i deputati Elijah Cummings ed Eliot Engel, in una lettera all’avvocato di Flynn. Secondo Cummings, i contatti con cittadini stranieri di Flynn, tra cui alti funzionari governativi e uomini d’affari, sono stati così numerosi che non può averli inavvertitamente dimenticati e non possono essere stati casuali. “Ha ripetutamente omesso delle informazioni che avrebbe dovuto rendere noto” ha aggiunto il deputato democratico. Le presunte omissioni intenzionali potrebbero costituire un serio problema, e non solo per Flynn. Un’accusa del genere può portare a una pena carceraria di cinque ani ma, soprattutto, può convincere Flynn a collaborare all’inchiesta. Questo, poi, è solo una delle questioni che inguaiano l’ex consigliere di Trump, a causa dei suoi fitti legami soprattutto con Turchia e Russia. Giorni fa, i media statunitensi hanno scritto che Mueller starebbe indagando sul lavoro di Flynn per un film, mai terminato, finanziato da entità turche. Secondo il Wall Street Journal, l’Fbi si starebbe preparando a interrogare dei consulenti assunti da Flynn per lavorare a un documentario contro Fethullah Gulen, il predicatore accusato da Ankara di aver ordito il fallito colpo di Stato dell’estate 2016, che risiede da molti anni in Pennsylvania, da dove guida il movimento conosciuto come Hizmet. La realizzazione del film faceva parte del lavoro di Flynn per i turchi, quando era già un importante consigliere dell’allora candidato repubblicano.

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Mentre lavorava per l’elezione di Trump, la sua società firmava un contratto da 530.000 dollari con un uomo d’affari turco con stretti legami con il presidente Recep Tayyp Erdogan. Flynn e il suo partner turco, Bijan Kian, assunsero dei consulenti per produrre un film che aveva il chiaro intento di attaccare Gulen, che ha negato qualsiasi coinvolgimento nel fallito colpo di Stato. La società di consulenza dell’ex consigliere di Trump, la Flynn Intel Group, cercò di nascondere il proprio ruolo nel documentario, ha dichiarato David Enders, un giornalista freelance di Beirut assunto per le interviste per il documentario. Enders ha detto al Wall Street Journal che Kian gli ha detto che voleva che nessuno sapesse chi stesse realizzando il film. Gli agenti dell’Fbi avrebbero contattato Enders e Rudi Bakhtiar, un ex conduttore della Cnn assunto per lavorare al documentario, per parlare del loro ruolo nella realizzazione del film, secondo le fonti del Wall Street Journal. Flynn ha atteso fino allo scorso marzo per denunciare alle autorità federali i soldi percepiti per le attività di lobbying a favore della Turchia ed è ora al centro delle indagini di Mueller, che ha posto la propria attenzione anche sul presunto tentativo di Flynn e suo figlio di orchestrare un piano per consegnare Gulen a Erdogan, legalmente o illegalmente.

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