Salvini evoca controribaltone, numeri in Parlamento stavolta possibili

Salvini evoca controribaltone, numeri in Parlamento stavolta possibili
Matteo Salvini
17 dicembre 2020

“Bastano pochi parlamentari di buona volontà”. Da giorni Matteo Salvini prospetta un ipotetico cambio di maggioranza, evoca ‘responsabili’ che – in caso di crisi – sarebbero pronti a dare fiducia a un governo di centrodestra. E oggi anche Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, riuniti da Bruno Vespa per la presentazione del suo libro, hanno accreditato la possibilità del terzo governo con la terza maggioranza diversa nella stessa legislatura. Ma quale è la situazione nelle due Camere?

Al Senato, il secondo ribaltone della legislatura sarebbe anche ipotizzabile. Al momento la maggioranza conta su una maggioranza di poco inferiore ai 170 voti, il centrodestra sfiora i 150. Numeri variabili, che dipendono dagli orientamenti dei 29 componenti del misto (in genere 15 con la maggioranza, 14 con l’opposizione, ma dipende dai singoli provvedimenti in votazione e dalla ‘tensione’ politica del momento). Un quadro che avrebbe qualche possibilità di concretizzarsi, se veramente l’attuale maggioranza dovesse avvitarsi in una crisi al buio: con i 15 ‘responsabili’ ipotizzati da Salvini, il centrodestra salirebbe sopra 160, garantendosi anche un minimo margine. Alla Camera, i numeri rendono ancora più arduo provare a costituire la terza diversa maggioranza della legislatura. I 4 gruppi di maggioranza contanto su 325 voti. I gruppi di opposizione sono inchiodati a 266 compresi i 12 di Noi con l’Italia, Usei e Cambiamo. Mancherebbero un’altra cinquantina di deputati, per avere un minimo margine nella gestione dell’Aula e delle Commissioni. E soprattutto servirebbe una spaccatura nel Movimento Cinque Stelle.

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Ma il calcolo nel centrodestra, non solo per Salvini, è sul “panico” da urne che si scatenerebbe nel caso in cui l’attuale maggioranza implodesse in una crisi al buio. A quel punto, “ci sarebbe una tale quantità di deputati che sanno che non saranno ricandidati, che anche alla Camera sarebbe possibile il ‘controribaltone'”, spiegano dal centrodestra. “Anche alla Camera, se in Senato un governo di centrodestra avesse già ottenuto la fiducia”, aggiunge un altro parlamentare d’opposizione. Osservati speciali,ovviamente i parlamentari M5s: per il combinato disposto del crollo nei consensi e del taglio dei parlamentari – senza contare il limite del doppio mandato – i non ricandidati a Cinque Stelle saranno molti.

Ecco allora le dichiarazioni possibiliste di Berlusconi, che definisce “realistico” lo scenario, ovviamente nel caso in cui un simile governo fosse rimesso al voto del Parlamento dalla “saggezza di Mattarella”. Ed ecco anche il passo indietro di Salvini, che si toglie subito dal totopremier per sgombrare il campo da una pregiudiziale sul suo nome: “Al di là delle elezioni l’alternativa sarebbe un governo di centrodestra, non un governo Salvini, lo dico chiaramente. Ci sono personalità che sarebbero in grado molto meglio di Conte”. E anche Giorgia Meloni, seppure con qualche caveat, dà il suo assenso, anche se “per me la strada maestra è il voto: i miei voti per un altro governo? Dipende, se ci fosse un governo di centrodestra che non fa un alleanza organica nè con Renzi, Pd e M5s ma trova una maggioranza in Parlamento con pattuglie non organizzate, ce la possiamo fare”.

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