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Saturno, Encelado conserva oceano liquido e condizioni favorevoli alla vita extraterrestre

Un nuovo studio guidato dall’Università di Oxford rileva per la prima volta un flusso di calore significativo al polo nord di Encelado, la luna ghiacciata di Saturno. I dati confermano che l’intero corpo della luna mantiene un oceano sotterraneo liquido, aumentando le possibilità che possa ospitare forme di vita extraterrestri.

Polo nord attivo e oceano stabile

Gli scienziati dell’Università di Oxford, del Southwest Research Institute e del Planetary Science Institute di Tucson, Arizona, hanno misurato 35 gigawatt di calore emessi dal polo nord di Encelado, una quantità equivalente a 66 milioni di pannelli solari o 10.500 turbine eoliche. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, contraddice precedenti ipotesi secondo cui solo il polo sud fosse geologicamente attivo. Il nuovo dato indica che la luna, coperta da una spessa crosta di ghiaccio, possiede un oceano salato sotterraneo in grado di mantenere condizioni stabili. Gli autori sottolineano che l’acqua liquida, il calore costante e la presenza di sostanze chimiche come fosforo e idrocarburi complessi rendono Encelado uno dei luoghi più promettenti del Sistema Solare per la ricerca di vita extraterrestre.

Analisi dei dati della missione Cassini

La scoperta è stata possibile grazie a una revisione dei dati raccolti dalla missione Cassini della NASA, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana, attiva tra il 1997 e il 2017. Gli scienziati hanno confrontato le osservazioni del polo nord effettuate nel 2005 durante l’inverno e nel 2015 in estate. Confrontando le temperature superficiali previste con le misurazioni infrarosse del Cassini Composite InfraRed Spectrometer (CIRS), il team ha rilevato che la superficie era circa 7 K più calda del previsto. La discrepanza è attribuibile al flusso di calore proveniente dall’oceano sotterraneo, stimato a 46 ± 4 milliwatt per metro quadrato, pari a due terzi del flusso di calore terrestre medio per unità di superficie.

Riscaldamento mareale: il motore nascosto

Il bilancio energetico di Encelado è sostenuto dal riscaldamento mareale, un fenomeno causato dalle forze gravitazionali di Saturno, che allungano e comprimono la luna durante la sua orbita. Questo processo genera calore interno sufficiente a mantenere liquido l’oceano. Come spiegato dalla Dott.ssa Georgina Miles, autrice principale dello studio, la comprensione di questo equilibrio è fondamentale: se l’apporto energetico dovesse diminuire, l’oceano rischierebbe di congelarsi; un eccesso potrebbe invece alterare le condizioni chimico-fisiche, compromettendo l’ambiente per la vita.

Implicazioni per la ricerca di vita

Considerando anche il flusso di calore già misurato al polo sud, la dispersione energetica globale di Encelado raggiunge 54 gigawatt, in linea con le previsioni del modello mareale. Ciò suggerisce che l’oceano sotterraneo potrebbe rimanere liquido su tempi geologici lunghi, offrendo un ambiente stabile in cui la vita potrebbe emergere o sopravvivere. La Dott.ssa Carly Howett sottolinea che la conferma dell’attività globale della luna è cruciale per capire se Encelado possa sostenere organismi viventi e pianificare future missioni esplorative.

Prossimi passi e futuro delle missioni

Il passo successivo per i ricercatori sarà determinare l’età dell’oceano e la sua capacità di sostenere la vita per periodi sufficientemente lunghi. Lo studio ha inoltre permesso di stimare lo spessore della crosta ghiacciata: tra 20 e 23 km al polo nord, con una media globale di 25-28 km, leggermente superiore alle precedenti stime ottenute con altre tecniche di telerilevamento. Questi dati saranno fondamentali per progettare future missioni robotiche e sommergibili, che potrebbero sondare direttamente l’oceano nascosto. La Dott.ssa Miles evidenzia l’importanza di missioni a lungo termine: molti dei segreti di mondi oceanici come Encelado potrebbero emergere solo decenni dopo l’acquisizione dei dati.

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Redazione