Scheda bianca su Mattarella, ma Fi spaccata. Cav teme isolamento

Scheda bianca su Mattarella, ma Fi spaccata. Cav teme isolamento
30 gennaio 2015

Il senso della nuova giornata di “psicodramma Quirinale” vissuta da Forza Italia sta nell’attenzione che Giovanni Toti mette nella scelta delle parole. Perché anche a sera, quando gli viene chiesto se l’appello di Matteo Renzi per un’ampia convergenza su Sergio Mattarella abbia toccato le corde giuste nel cuore degli azzurri, il consigliere politico sta ben attento a non pronunciare la parola “impossibile”: meglio un più cauto “francamente piuttosto difficile”. Una sfumatura lessicale che, però, è esplicativa della giornata che si è vissuta dentro Forza Italia. E, soprattutto, dello stato d’animo di Silvio Berlusconi. Alla vigilia della quarta e forse decisiva votazione, dunque, il partito dell’ex premier formalizza la decisione di continuare a votare scheda bianca per marcare il dissenso sul metodo usato dal segretario Pd, non sulla persona del capo dello Stato in pectore. E’ una decisione a cui non si arriva facilmente per due ragioni, strettamente intrecciate, che possono essere sintetizzate con i nomi di due persone: Raffaele Fitto e Angelino Alfano. E’ per cercare di ‘marginalizzare’ il potere del primo, infatti, che in mattinata si ragiona sull’ipotesi di non partecipare al voto. La scheda bianca, infatti, comporta dei rischi: una corsa a diventare “franco soccorritore”, per dirla con Gasparri e, di conseguenza, la possibilità altissima di uscire dal catafalco allestito dentro l’Aula di Montecitorio ancora più spaccati e dilaniati di quanto già non si sia adesso.

Non partecipare al voto, certo, avrebbe avuto l’effetto plastico di mostrare almeno il partito compatto. Ma non appena annusata l’aria, Raffaele Fitto ha riunito i suoi e ha fatto sapere che l’idea di astenersi non stava né in cielo né in terra e che i suoi avrebbero continuato a votare scheda bianca. “Non possono decidere in pochi – ha spiegato – soprattutto se quei pochi sono gli stessi che finora hanno sbagliato tutto”.

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Per la verità lo stesso Berlusconi, in contatto telefonico con i vertici dei gruppi parlamentari, aveva ribadito la sua preferenza per l’opzione “scheda bianca” in segno di rispetto nei confronti del candidato Pd. “Io – avrebbe detto – non ho nulla contro la persona Mattarella, ma Renzi ha sbagliato il metodo e non può fare quello che vuole”. Un ragionamento che il Cavaliere aveva concluso lasciando la riflessione aperta. Aperta al punto che nessuno si azzardava a escludere che l’ex premier potesse alla fine fare una delle sue giravolte e dare al partito indicazione di votare a favore. Tanto più che, nel frattempo, sempre più forte si era fatto il pressing di Matteo Renzi perché Ncd si dichiarasse a favore del giudice costituzionale. “Non si è mai visto – avrebbe ricordato il presidente del Consiglio ad Angelino Alfano – un ministro dell’Interno che non abbia votato il presidente della Repubblica”. Parole che sono ricadute su una formazione, come quella di Ncd, già fortemente divisa sull’opportunità di votare scheda bianca in nome dell’asse con Berlusconi.

E così in tarda serata, Ncd- Area popolare vira verso il sì a Sergio Mattarella, anche se rimangono ancora una certa dose di incertezza e di diverso orientamento tra le anime che compongono la formazione politica guidata da Angelino Alfano. “Abbiamo deciso di rinviare la riunione congiunta dei gruppi di Area Popolare a domani alle ore 8 – hanno affermato alcuni minuti fa i capigruppo di Ap di Camera e Senato, Nunzia De Girolamo (foto) e Maurizio Sacconi -. Durante la riunione decideremo la posizione che terra’ il nostro gruppo”. Ed ecco, dunque, palesarsi per il leader azzurro il timore di rimanere isolato in questa partita e anche oltre. Ed ecco perchè alla fine si è deciso di tornare sull’opzione scheda bianca. Tuttavia, continueranno anche in nottata i contatti tra Alfano e Berlusconi per tentare di definire una linea comune sul voto.

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