Scheinbaum: Messico ha fatto causa a Google per “Golfo d’America”

Claudia Sheinbaum

Claudia Sheinbaum

Il governo messicano ha avviato un’azione legale contro Google dopo che la piattaforma ha modificato la denominazione del Golfo del Messico in “Golfo d’America” per gli utenti statunitensi di Google Maps. Lo ha annunciato la presidente Claudia Sheinbaum durante la sua consueta conferenza stampa mattutina.

La denuncia e la posizione del Messico

Sheinbaum ha dichiarato che “la causa è già stata intentata”, senza però specificare il tribunale competente o la data esatta della presentazione. “C’è già stata una prima risoluzione e stiamo aspettando”, ha aggiunto, lasciando intendere che il procedimento è già in corso.

La controversia nasce dalla modifica apportata da Google, che ha differenziato la denominazione del golfo a seconda della localizzazione degli utenti: mentre in Messico e nella maggior parte del mondo l’area è indicata come “Golfo del Messico”, per gli utenti con IP statunitense compare la dicitura “Golfo d’America”.

La richiesta del governo messicano

“Quello che stiamo dicendo è che Google dovrebbe mettere ‘Golfo d’America’ dove si trova il Golfo d’America, che è la parte che corrisponde al territorio degli Stati Uniti, e ‘Golfo del Messico’ nella parte territoriale che corrisponde a Messico e Cuba”.

La questione non è solo cartografica, ma anche storica e geopolitica: il nome “Golfo del Messico” è utilizzato da secoli ed è riconosciuto a livello internazionale, mentre l’espressione “Golfo d’America” non ha mai avuto un uso ufficiale.

Google e le polemiche sulle mappe

Non è la prima volta che Google Maps finisce al centro di polemiche legate alla toponomastica. In passato, controversie simili sono scoppiate per la denominazione del Mare del Giappone (contestato dalla Corea), del Golfo Persico (rivendicato come “Golfo Arabico” da alcuni Paesi mediorientali) e della Macedonia del Nord (in passato oggetto di disputa con la Grecia).

Al momento, Google non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla causa intentata dal Messico. Tuttavia, la piattaforma ha spesso modificato i nomi in base alle richieste dei governi o per adeguarsi alle normative locali.

Se il tribunale accoglierà la richiesta del Messico, Google potrebbe essere costretta a uniformare la denominazione a livello globale o a specificare i due nomi in base alla zona geografica rappresentata. Intanto, la vicenda ha riacceso il dibattito sull’influenza delle grandi tech nelle rappresentazioni geopolitiche e sull’importanza della toponomastica come strumento di identità nazionale.