La Sicilia si trasforma in un teatro di battaglia della politica nazionale. Al centro della contesa, la nomina di Annalisa Tardino a commissario straordinario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, decisa unilateralmente dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Una mossa che ha scatenato la reazione furente del governatore Renato Schifani, pronto a trascinare la questione davanti ai giudici amministrativi.
La decisione del leader leghista di piazzare l’ex europarlamentare alla guida di uno degli enti più strategici dell’isola – che gestisce i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle, Licata e Gela – rappresenta molto più di una semplice nomina tecnica. È il segnale di una strategia politica che punta a rafforzare la presenza della Lega in territorio siciliano, storicamente appannaggio del centrodestra locale.
La reazione di Schifani non si è fatta attendere. Palazzo d’Orléans ha comunicato con una nota ufficiale l’intenzione di impugnare immediatamente il provvedimento ministeriale davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, chiedendone la sospensione cautelare. Una decisione che testimonia la rottura consumata tra il governatore siciliano e il ministro delle Infrastrutture.
Le motivazioni addotte dalla Regione toccano due punti nevralgici della vicenda: l’assenza totale di concertazione con l’ente regionale, in violazione delle norme che prevedono una preventiva intesa tra le parti, e la presunta mancanza dei requisiti soggettivi necessari per ricoprire l’incarico. Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente delicato, poiché mette in discussione le competenze specifiche richieste per gestire un’autorità portuale di tale rilevanza strategica.
La scelta di Salvini appare tanto più significativa se si considera il peso economico e logistico dei porti siciliani occidentali. Si tratta di infrastrutture cruciali per i traffici commerciali del Mediterraneo, snodi fondamentali per l’economia isolana e per i collegamenti con il Nord Africa. Affidarne la gestione a una figura politica senza specifica esperienza nel settore portuale solleva interrogativi sulla natura della nomina.
L’incarico di vertice – spiega il ministero in una nota – “consentirà di garantire la piena operatività e lo sviluppo dell’Autorità, in continuità con le politiche nazionali di rilancio del sistema portuale e logistico. La nomina è stata formalmente comunicata alla Regione Siciliana nella stessa data del provvedimento. Il Mit ribadisce il proprio impegno a sostenere la crescita dei principali scali della Sicilia occidentale e conferma la centralità del porto di Palermo nel sistema infrastrutturale e marittimo nazionale”.
“Accolgo con emozione e senso di responsabilità la nomina a Commissario dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale – commenta Annalisa Tardino -. Un incarico che mi onora e che affronterò con dedizione assoluta, spirito di servizio ed eleganza istituzionale”. “Ringrazio il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – aggiunge l’ex europarlamentare – per aver scelto di valorizzare la rappresentanza di un territorio che ha voglia di riscatto, le competenze maturate nel corso della mia esperienza professionale e istituzionale, finanche in Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, ed una donna”.
Per Tardino “è a nome di tante donne cui viene ingiustamente ed illegittimamente impedito il raggiungimento di posizioni di vertice, che non posso esimermi dal sottolineare la visione di un Ministro che infrange un altro soffitto di cristallo, senza necessità di uno specifico obbligo di legge che preveda quote rosa in materia”. “La Sicilia occidentale merita infrastrutture moderne aperte al mondo e capaci di valorizzare appieno le sue potenzialità economiche e culturali” dice ancora.
Tardino rivolge “un sentito ringraziamento al Presidente uscente Pasqualino Monti per il lavoro svolto e per il contributo essenziale dato alla modernizzazione del sistema portuale siciliano. In un contesto strategico come quello portuale, crocevia di sviluppo, occupazione e sostenibilità, lavorerò per garantire continuità amministrativa, efficienza gestionale e sviluppo del territorio, senza compromessi né scorciatoie”.
Annalisa Tardino, avvocato civilista licatese classe 1979, laureata all’Università di Palermo, rappresenta una delle figure emergenti della Lega siciliana. La sua parabola politica ha raggiunto l’apice nel 2019, quando è stata eletta al Parlamento Europeo raccogliendo quasi 33.000 preferenze tra Sicilia e Sardegna, affermandosi come la candidata più votata nel collegio Isole durante l’ondata leghista che portò il partito di Salvini al 34% nazionale.
L’esperienza brussellese di Tardino si è articolata attraverso il gruppo Identità e Democrazia, dove ha ricoperto il ruolo di membro della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. Il suo cursus honorum europeo include anche attività nelle commissioni pesca, ambiente e sanità, oltre a un impegno nelle relazioni internazionali con Cina e Canada.
Tuttavia, il curriculum dell’ex europarlamentare, pur solido dal punto di vista politico-istituzionale, non sembra includere quella “comprovata e specifica esperienza nel settore” che la normativa richiederebbe per l’assunzione dell’incarico. Un aspetto che Schifani non ha mancato di sottolineare nella sua contestazione formale.
Lo scontro tra Salvini e Schifani trascende la singola nomina e rivela le tensioni latenti all’interno del centrodestra siciliano. Da un lato, la Lega che cerca di consolidare la propria presenza nell’isola attraverso nomine strategiche; dall’altro, Forza Italia e gli alleati locali che rivendicano il controllo del territorio e delle sue istituzioni chiave.
La vicenda Tardino si inserisce in un quadro più ampio di riassetto degli equilibri politici siciliani, dove ogni nomina assume valenza strategica per il controllo delle leve del potere locale. I porti, in particolare, rappresentano assets economici fondamentali, capaci di generare ricadute occupazionali e di indirizzo per l’economia regionale.
La decisione di ricorrere al TAR da parte di Schifani dimostra quanto sia alta la posta in gioco. Il governatore siciliano non si limita a una protesta formale, ma sceglie la strada del confronto giudiziario, evidenziando una frattura che potrebbe avere ripercussioni sui rapporti di forza all’interno della coalizione di centrodestra.
“La nomina di Annalisa Tardino a commissario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale è una scelta che valorizza competenza e preparazione. Già da parlamentare europea, Annalisa Tardino si è distinta per impegno e grande dedizione – afferma il senatore Nino Germanà, segretario della Lega in Sicilia -. Il ministro Matteo Salvini le ha affidato una grande responsabilità per la quale sono richiesti rigore, visione e grande impegno, utili alla crescita e allo sviluppo del sistema portuale siciliano, che già negli ultimi anni ha sperimentato performance rilevanti riconosciute da tutti. Ad Annalisa Tardino – conclude – rivolgo i migliori auguri di buon lavoro”.
Dalla maggioranza arriva un plauso da Fratelli d’Italia, segno di una spaccatura della coalizione. “La scelta di Annalisa Tardino come commissario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale – commenta l’eurodeputato di FdI, Ruggero Razza – assicura continuità alla irripetibile gestione di Pasqualino Monti. Annalisa è una professionista seria e competente. So di essere di parte per la nostra antica amicizia, ma sono certo che saprà essere una risorsa per il territorio. A lei buon lavoro”.
Tutto pane per i denti dell’opposizione. In campo il M5s. “L’imposizione di Tardino al vertice dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale da parte del ministro Salvini e l’immediata risposta del presidente della Regione di voler impugnare la nomina – afferma il capogruppo pentastellato all’Assemblea Regionale Siciliana Antonio De Luca – testimoniano la totale mancanza di dialogo nel centrodestra di Schifani e la mancanza di visione del governo nazionale che punta ad occupare una casella di partito anziché a scegliere un player d’eccezione per coordinare un’Autorità Portuale strategica per l’intero Mediterraneo. Sarebbe stata auspicabile una figura di pari caratura rispetto a quella di Pasqualino Monti e invece, nel classico stile dei Sammartino boys, si pensa ad occupare comode poltrone anziché a lavorare per il bene dei siciliani”.
L’esito del ricorso al TAR rappresenterà un test significativo per i rapporti tra governo centrale e regionale. Una eventuale sospensione del provvedimento ministeriale costituirebbe una sconfitta politica per Salvini, mentre una conferma della nomina sancirebbe la prevalenza delle prerogative statali su quelle regionali in materia portuale.
La vicenda Tardino, tuttavia, lascia aperti interrogativi più ampi sul modello di governance portuale e sugli equilibri tra competenze statali e regionali. In un momento in cui la Sicilia cerca di rilanciare la propria centralità mediterranea, la stabilità e la competenza delle istituzioni portuali assumono rilevanza strategica per l’intero sistema economico isolano.