Cronaca

Il giorno della verità per nomina Kavanaugh. Al setaccio dell’Fbi, il dossier su aggressione sessuale

Il Senato Usa si prepara oggi a un voto ad altissima tensione sulla nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, mentre i senatori repubblicani respingono l’accusa dei democratici che l’indagine dell’Fbi sulla presunta aggressione sessuale compiuta dal giudice sia stata affrettata e incompleta. Il voto finale sul contestato candidato del presidente Donald Trump potrebbe arrivare già domani, suggellando per i prossimi decenni una maggioranza conservatrice tra i nove mebri della Corte, le cui sentenze hanno valore di giurisprudenza.

Tuttavia i giochi non sembrano ancora del tutto fatti, anche se i repubblicani ostentano grade fiducia. Il Grand Old Party ha una maggioranza di 51 seggi al Senato contro i 49 dei democratici, ma tre senatori republicani sono ancora indecisi su Kavanaugh, il cui procedimento di conferma ha tenuto Washington e il paese con il fiato sospeso, aggravando le divisioni già profonde a poche settimana dalle elezioni di midterm. In base al nuovo regolamento del Senato, approvato lo scorso anno, la mozione procedurale che chiude ufficialmente il dibattito su Kavanaugh e fissa il voto finale per domani necessita di 50 voti per essere approvata.

Il voto dell’aula è atteso per le 16.30 italiane. La stessa soglia si applica la voto di conferma. Ieri è stata una giornata drammatica a Washington: centinaia di manifestanti hanno invaso il Campidoglio, cercando nei corridoi i senatori, i quali a turno hanno potuto leggere l’unica copia disponbile delle conclusioni del rapporto dell’Fbi in una stanza sicura nel sotterraneo. Oltre 300 persone sono state arrestate, tra cui l’attrice comica Amy Schumer, secondo cugina del capogruppo democratico al Senato Chuck Schumer, e la modella Emily Ratajkowski.

I repubblicani sostengono che l’inchiesta dell’Fbi, durata una settimana e riassunta nel dossier, non ha rilevato nulla che confermi le accuse di aggressione sessuale ai danni del 53enne Kavanaugh, che oggi siede in una corte federale a Washington. Ma i democratici hanno bollato l’inchiesta come incompleta, limitata dala Casa Bianca, che preme per l’uomo di Trump a una carica a vita. E il New York Times ha pubblicato una lettera firmata da oltre 2.400 professori di diritto che si oppongono alla nomina, sostenendo che Kavanaugh nell’udienza in Senato “non ha dimostrato l’imparzialità e il temperamento giudiziario” richiesti per occupare un seggio alla Corte Suprema.

Il candidato stesso ieri ha fatto sentire la sua voce, con l’iniziativa senza precedenti di pubblicare un editoriale sul Wall Street Journal per difendere la propria imparzialità. Kavanaugh ha difeso la sua accesa performance davanti alla Commssione giustizia del Senato la scorsa settimana, durante la quale ha negato le accuse di molestie sessuali avanzate nella stessa audizione dalla professoressa universitaria californiana Christine Blasey Ford. La donna ha accusato il giudice di averla immobilizzata, ubriaco, e di aver tentato di stuprarla a una party nei sobborghi di Washington nei primo anni Ottanta, quando erano entrambi adolescenti. Due altre donne hanno riferito di episodi di molestie ai loro danni compiute dal giudice negli anni dell’università.

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