Sicilia, fronte compatto contro il “cuffarismo”: opposizioine pronta a sfiduciare Schifani

Il parlamento siciliano

Il parlamento siciliano

I 23 deputati di M5s, Pd e Controcorrente presenteranno una mozione di sfiducia contro il governatore siciliano Renato Schifani. La decisione nasce da un’accusa nei confronti del governo regionale di “mala gestione” e di aver “riportato indietro la Sicilia di tre anni”.

I tre gruppi di opposizione all’Ars, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Controcorrente, hanno dichiarato l’intenzione formale di depositare una mozione di sfiducia contro il presidente della Regione, Renato Schifani. La motivazione centrale, espressa in una nota ufficiale, accusa il governatore di “essere fuggito dalle sue responsabilità” dopo un triennio caratterizzato da “scandali, mala gestione e spreco di risorse”. La mozione sarà firmata da tutti i 23 deputati di minoranza, che si rivolgono anche agli altri colleghi dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) invitandoli a unirsi alla loro iniziativa per “mandare a casa il governo Schifani”.

Un fronte compatto contro il “cuffarismo”

Il ritiro a Monreale ha sancito un’inusitata unità di intenti tra le forze di opposizione. Ismaele La Vardera, deputato di Controcorrente, ha definito “netto” il messaggio di coesione. L’attacco è particolarmente duro sul piano politico e morale: Schifani è accusato di aver “riportato in vita il cuffarismo come metodo di governo” all’interno della macchina amministrativa, con particolare riferimento al settore sanitario. Le opposizioni pongono così la sfiducia come una scelta di campo obbligata, un “punto di svolta cruciale” per la regione, delineando una netta separazione tra chi sceglie di “liberare questa terra” e chi invece decide di non farlo.

La chiamata alla responsabilità e il futuro

Oltre alle critiche, la nota delle opposizioni delinea una necessità di rinnovamento. La Sicilia, si legge, “ha bisogno di una guida nuova, credibile e libera da ombre” per recuperare sviluppo e “dignità istituzionale”. L’appello finale è un invito alla responsabilità per la “costruzione di un futuro diverso”. La mossa, che segue mesi di tensioni, segna un’escalation nello scontro politico all’Ars e costringerà tutti i gruppi a uno schieramento pubblico, con implicazioni potenzialmente decisive per la stabilità dell’esecutivo regionale a guida Schifani.

Le reazioni

“La montagna ha partorito il classico topolino, e per di più già stanco”. È questo il commento a caldo di Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), riguardo alla conclusione dei lavori dei deputati dell’opposizione. Pellegrino non usa mezzi termini per bocciare l’operato dell’opposizione, criticando aspramente la mancanza di contenuti concreti: “Nessuna proposta alternativa, nessuna visione, solo slogan da reel e la rituale mozione di sfiducia che tutti sanno già come andrà a finire”.

Il capogruppo di Forza Italia affonda il colpo, ridimensionando l’impatto politico delle iniziative: “Se queste sono le ‘grandi strategie’, possono tranquillamente restare nel loro conclave di San Martino: l’isola non si accorgerebbe minimamente della loro assenza”. Infine, Pellegrino lancia una sfida sui temi della buona amministrazione: “Governare richiede idee, competenza e coraggio. Loro, per ora, hanno portato solo comunicati indignati e foto di gruppo. Ma per guidare la Sicilia serve ben altro e, a giudicare dal ritiro spiritual-social, non sembrano ancora pronti a uscire dal seminato della vuota propaganda”.