Sicilia, via libera alla Finanziaria tra assenze e veleni. Gli azzurri a Schifani: ora tocca al rimpasto

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Parlamento siciliano

Ventinove sì, ventitré no. Diciotto assenti. L’Assemblea regionale siciliana approva nella notte la manovra da un miliardo e mezzo, ma il governo Schifani incassa un via libera al fotofinish che sa più di sopravvivenza che di trionfo. Alle spalle, una maratona avvelenata da stralci dell’ultimo minuto, deputati del centrodestra in rivolta, equilibri da ricomporre. Davanti, un rimpasto che si annuncia inevitabile e un centrodestra che fa fatica a nascondere crepe sempre più profonde. Il voto finale cala all’una e mezza di notte. In aula cinquantadue deputati su settanta, assenze pesanti che fotografano il clima gelido di Palazzo dei Normanni.

Schifani porta a casa la terza finanziaria consecutiva senza esercizio provvisorio, traguardo che fino a pochi anni fa sembrava utopia per la Regione siciliana. Ma il prezzo politico è salato. La maggioranza si spacca, i malumori esplodono, le tensioni diventano insostenibili. Tutto precipita nella notte che precede il voto finale. Lo stralcio tanto evocato diventa realtà brutale: settantasette articoli spariscono dalla finanziaria, finiscono in disegni di legge autonomi dal destino incerto. Troppo per i tanti deputati del centrodestra che sul treno della manovra avevano caricato attese, promesse, impegni con il territorio. Il taglio delle norme accende la miccia. I corridoi di Palazzo dei Normanni si riempiono di proteste, recriminazioni, accuse incrociate.

FI preme per il rimpasto, Dagnino e Faraoni nel mirino

In casa Forza Italia la partita del rimpasto è già aperta. Daniela Faraoni e Alessandro Dagnino finiscono nel mirino, nomi circolati con insistenza nelle ultime ore. Schifani, durante uno scambio di auguri tra forzisti, spende parole d’elogio per l’assessore tecnico “prestato” alla politica. Ma le pressioni del gruppo parlamentare non si fermano. La richiesta è netta: più spazio alla politica, meno peso ai tecnici nell’ultimo scorcio di legislatura. I due assessorati restano nella lista dei desideri azzurri, rivendicazione sempre più forte man mano che si avvicina la fine della consiliatura.

Da Catania arriva il siluro di Raffaele Lombardo. Il leader Mpa, parlando dei lavori di Sala d’Ercole, tesse una tela sottile di critiche mascherate da solidarietà. “So che ci sono grosse difficoltà. La responsabilità della sintesi è nelle mani del presidente dell’Assemblea che mi risulta essere stato bersagliato da mille richieste”. Parole al miele per Galvagno, zuccherini che confermano l’asse Fratelli d’Italia-Mpa sempre più saldo. Sul governo, Lombardo non si sbilancia ma lancia un messaggio chiaro: “Deve andare avanti e il centrodestra dovrà ripartire compatto nella prossima legislatura, ma con principi diversi”. Traduzione: questo modello non funziona più.

221 milioni per l’occupazione, incentivi fino al 60%

La manovra vale un miliardo e mezzo e punta tutto su lavoro, imprese, sostegno agli enti locali. Tre norme per l’occupazione mobilitano duecentoventuno milioni all’anno per il triennio. Cuore della strategia è la “decontribuzione Sicilia”: contributi alle imprese che assumono pari al dieci per cento del costo del lavoro. L’incentivo schizza al quindici per cento se l’azienda assume donne o over cinquanta disoccupati da almeno due anni.

Stesso bonus maggiorato per chi introduce welfare aziendale, modelli Esg, investimenti su salute e sicurezza o riduce l’orario a trentacinque ore settimanali a parità di stipendio. Ma c’è di più. Quando le assunzioni sono legate a investimenti produttivi in linea con le norme sugli aiuti di Stato, i contributi decollano: fino al sessanta per cento per le piccole imprese, cinquanta per le medie, quaranta per le grandi. Numeri che dovrebbero invertire l’emorragia di posti di lavoro che affligge l’isola da decenni.

Sicily working, 21 milioni per attrarre lavoratori da fuori

Ventuno milioni puntano sul Sicily working, scommessa per attrarre competenze dall’Europa. Le imprese Ue che assumono permettendo il lavoro a distanza possono incassare fino a trentamila euro. Nel pacchetto, tre milioni vanno alla creazione di spazi di coworking ricavati da immobili pubblici e ecclesiastici abbandonati, completi di arredi e attrezzature. Arriva la Super Zes siciliana, potenziamento della Zona economica speciale unica.

Semplificazioni amministrative, procedure accelerate, dieci milioni aggiuntivi per il credito d’imposta sugli investimenti produttivi. Quindici milioni stimolano gli investimenti immobiliari delle famiglie: ristrutturazioni, riqualificazioni energetiche, focus su centri storici e giovani coppie. Sul fronte auto, sconto sulla tassa automobilistica per le imprese con flotte oltre dieci veicoli. Esenzioni per chi compra elettrico, ibrido, plugin Lng e BionLng. Esentati anche i veicoli nuovi degli enti del terzo settore e protezione civile iscritti al Runts.

Editoria e agricoltura, stanziamenti per 14 milioni

Tre milioni per l’editoria giornalistica, uno per quella libraria. Il contributo alle imprese editoriali viene istituzionalizzato per l’intero triennio. Dieci milioni finiscono alla Crias: cinque per il fondo rotativo delle imprese artigiane, cinque per quelle agricole. L’agricoltura incassa anche quattro milioni all’anno destinati a cofinanziare polizze assicurative contro danni catastrofali: alluvioni, gelo, brina, siccità. Protezioni indispensabili per un settore martoriato dai cambiamenti climatici.

Forestali e precari, 40 milioni per 23 giornate in più

Sul precariato la manovra mette in campo risorse consistenti. I lavoratori forestali stagionali guadagnano ventitré giornate aggiuntive nel 2026, quaranta milioni di stanziamento per l’intero comparto. Stabilizzati i duecentosettanta trattoristi Esa. I contratti part-time degli ex Pip vengono uniformati a venticinque ore, contro le attuali diciotto o venti a seconda dei casi. Due ore in più anche per gli ex precari stabilizzati degli enti locali.

Dodici milioni combattono la povertà energetica attraverso finanziamenti agevolati a breve e medio termine. Obiettivo: consentire alle famiglie a basso reddito di installare fotovoltaico e sistemi di accumulo per l’autoconsumo. Una norma punta sulla riqualificazione sociale contro il disagio tramite partenariati pubblico-privato. Per la scuola arrivano sette milioni e mezzo di nuovi interventi, a conferma dei provvedimenti già esistenti.

365 milioni ai Comuni, 20 per i rifiuti all’estero

Il fondo trasferimenti ordinari ai Comuni tocca trecentosessantacinque milioni, più centoquindici per gli investimenti. Le ex province incassano centootto milioni. Venti milioni coprono gli extracosti del trasporto rifiuti all’estero, altri venti soccorrono gli enti in dissesto e predissesto. Cinque milioni premiano i Comuni virtuosi che migliorano la riscossione delle tasse locali. Altri cinque finanziano progetti di riqualificazione dei beni confiscati alle mafie, tetto di trecentomila euro per singolo ente. Dodici milioni vanno alla bonifica straordinaria delle strade extraurbane di Comuni, Liberi consorzi e Città metropolitane: priorità è eliminare i rifiuti abbandonati lungo le carreggiate.

Servizio idrico, anticipazioni per 33 milioni 

Il capitolo idrico mobilita trentatré milioni di anticipazioni di liquidità. Diciotto milioni a Siciliacque, dieci ad Aica, quattro a Iblea Acque, un milione e trecentomila ai gestori messinesi. Risorse-tampone per garantire un servizio sempre più sotto pressione, tra crisi infrastrutturale e cambiamenti climatici.
Schifani rivendica il risultato. “Grande soddisfazione per l’approvazione della legge di stabilità e del bilancio.

Un risultato che conferma la solidità dell’azione di governo e il senso di responsabilità del Parlamento regionale”. Il governatore sottolinea il terzo anno consecutivo senza esercizio provvisorio, traguardo raggiunto “persino prima della manovra nazionale, segno di un deciso cambio di passo”. La manovra, secondo Schifani, si fonda su “capisaldi chiari: sostegno alle imprese, creazione e stabilizzazione del lavoro, rafforzamento delle politiche sociali e sanitarie”.

Dagnino: legge che guarda al futuro

Ringraziamenti a Galvagno per la conduzione dell’aula, a Daidone per la commissione Bilancio, a Dagnino per il lavoro tecnico. “Questa manovra rappresenta una base solida per costruire il futuro della Sicilia”, chiude Schifani annunciando che l’anno prossimo, dopo la parifica dei rendiconti, si potranno utilizzare i due miliardi di avanzo dell’esercizio precedente “per investire ulteriormente”.

L’assessore all’Economia Alessandro Dagnino definisce la legge “attuazione della visione di politica economica del governo Schifani”. Obiettivo dichiarato: “Rafforzare l’attrattività del sistema Sicilia destinando le maggiori entrate fiscali a misure focalizzate sullo sviluppo per generare nuova crescita”. Dagnino rivendica il metodo: “Percorso di concertazione reale con parti sociali, imprese, enti locali”. E sottolinea il dato politico: “Per il secondo anno consecutivo l’Assemblea approva la stabilità prima della fine dell’anno, elemento che rafforza la credibilità della Regione sui mercati e con gli investitori”.