Terremoto diplomatico nel Golfo, Qatar isolato da Paesi vicini. Sospesi voli verso Arabia Saudita

Terremoto diplomatico nel Golfo, Qatar isolato da Paesi vicini. Sospesi voli verso Arabia Saudita
5 giugno 2017

Un vero e proprio terremoto diplomatico ha scosso gli equilibri del Medio Oriente e in particolare del Golfo: Arabia Saudita, Egitto, Emirati arabi e Bahrein hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar, accusato di sostenere il “terrorismo”, appena due settimane dopo la visita a Riad del presidente degli Stati uniti, durante la quale Donald Trump aveva esortato i paesi musulmani a mobilitarsi contro l’estremismo religioso. Il Qatar ha reagito immediatamente, definendo “ingiustificata” la rottura delle relazioni diplomatiche. Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, ha invitato i Paesi del Golfo a restare uniti e a risolvere le loro controversie. Si tratta della crisi più grave dal 1981, quando venne creato il Consiglio di cooperazione del Golfo, di cui fanno parte l’Arabia saudita, il Bahrein, gli Emirati arabi uniti, il Kuweit, l’Oman e il Qatar. Il Qatar, che aspira a giocare un ruolo di leadership in quell’area e si vanta di essere stato scelto per ospitare i Mondiali 2022 di calcio, è stato anche escluso dalla coalizione militare araba che combatte contro i ribelli filo-iraniani nello Yemen. Pur avendo buone relazioni con gli Stati Uniti, Doha ha un rapporto privilegiato con l’Iran, dati gli intensi legami economici fra i due Paesi, in particolare nell’industria del gas e petrolifera. Ex colonia britannica, il ricchissimo emirato è una monarchia assoluta governata dalla famiglia reale dove sono vietati i partiti politici e non sono mai state svolte elezioni. La grande maggioranza della popolazione sono islamici sunniti.

Riad, Abu Dhabi, Manama e Il Cairo accusano Doha di sostenere il terrorismo e anche Al-Qaida, lo Stato Islamico e i Fratelli Musulmani. Riad ha interrotto le relazioni diplomatiche e chiuso le frontiere terrestri, aeree e marittime per “proteggere la sua sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell’estremismo”. “Il Qatar accoglie diversi gruppi terroristici per destabilizzare la regione – accusa Riad – come la confraternita dei Fratelli musulmani, Daesh e Al-Qaida” e “sostiene i gruppi terroristici appoggiati dall’Iran nella provincia di Qatif (est dell’Arabia Saudita)”, dove si concentra la minoranza sciita, ma anche nel Bahrein, teatro di disordini fomentati dalla maggioranza sciita del Paese, governato però da un gruppo sunnita. Il Cairo, a sua volta, ha deciso “di rompere le relazioni con il Qatar che si ostina ad adottare un comportamento ostile verso l’Egitto”, ha indicato il ministero degli Esteri egiziano. Nel comunicato si annuncia la chiusura di tutte le frontiere. Bahrein ed Emirati arabi uniti hanno dato 48 ore di tempo ai diplomatici qatarioti per lasciare i loro Paesi. La settimana scorsa le autorità del Qatar avevano denunciato di essere state vittima di hacker che avevano pubblicato, sul sito internet dell’agenzia stampa ufficiale qatariota, delle frasi false attribuite all’emiro Tamim ben Hamad Al-Thani (foto). In quelle affermazioni l’emiro si scagliava contro la retorica anti-iraniana dei suoi vicini e definiva l’Iran – la maggiore potenza sciita della regione e rivale storica dell’Arabia Saudita che considera Teheran la punta di lancia del terrorismo – come un alleato strategico. L’emiro inoltre avrebbe commentato negativamente i rapporti con l’amministrazione Trump. Doha sostiene di essere vittima di una campagna ostile, in particolare negli Usa, dove viene accusato di dare sostegno ai gruppi terroristici. Il Qatar non rientra nella lista del Muslim Ban (ma neppure l’Arabia, il Bahrein, gli Emirati) annunciata da Trump ad inizio mandato.

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La rottura dei rapporti diplomatici tra il Qatar e i Paesi del Golfo è il primo risultato della visita del presidente americano Donald Trump nella regione alla fine di maggio. Questo il commento di Hamid Aboutalebi, vice capo di gabinetto del presidente iraniano Hassan Rohani. “Quello che sta accadendo è il primo risultato della danza della spada”, ha twittato oggi Aboutalebi, facendo riferimento alla danza tradizionale delle spade (Ardah) a cui ha partecipato Trump durante la visita a Riad del 20 e 21 maggio scorsi. Nei due giorni di permanenza in Arabia saudita, il presidente americano ha firmato accordi per 110 miliardi di dollari di forniture militari a Riad e in un discorso tenuto davanti ai leader di una cinquantina di Paesi musulmani ha invitato a “isolare” Teheran. La notizia dell’imminente chiusura della frontiera terrestre tra Qatar e Arabia Saudita ha spinto molti qatarioti a precipitarsi nei supermercati per fare scorte di cibo. Il Qatar importa il 90% dei generi alimentari: si stima che circa il 40% di queste importazioni arrivi attraverso l’unica sua frontiera terrestre con l’Arabia saudita. In un comunicato il ministero degli Esteri del Qatar ha assicurato che la chiusura del confine non avrà ripercussioni sulla vita del Paese e che il governo “adotterà tutte le misure necessarie per garantirlo e per respingere i tentativi di influenzare in modo negativo la società e l’economia qatariota”. Tuttavia in molti si sono precipitati nei supermercati per fare scorte alimentari: “Non ho mai visto niente di simile, persone con carrelli pieni di cibo e acqua”, ha detto a Doha News un testimone in un supermercato Carrefour. La compagnia aerea qatariota, Qatar Airways, ha annunciato, invece, la sospensione di tutti i suoi voli verso l’Arabia Saudita. Poco prima la compagnia aerea degli Emirati, Ethiad Airways, aveva adottato una decisione analoga per quanto riguarda i voli verso il Qatar. Arabia saudita, Egitto, Emirati arabi, Bahrein e Yemen hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar, accusandolo di sostenere il terrrorismo.

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CRONOLOGIA DELLA CRISI

Ecco i principali fatti che hanno portato alla crisi senza precedenti tra il Qatar e i Paesi vicini del Golfo:

– 20 maggio: il Qatar denuncia di essere vittima di una campagna “menzognera” che lo accusa di “sostegno” al terrorismo, prima della visita in Arabia saudita del presidente americano Donald Trump;

– 21 maggio: l’emiro del Qatar, sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani, incontra Trump e Riad;

– 24 maggio: il Qatar annuncia che la sua agenzia di stampa è stata “piratata da un’entità sconosciuta” e che sono state pubblicate dichiarazioni “false” attribuite all’emiro, riguardanti Iran, Hezbollah, Hamas e Fratelli musulmani, ma anche Israele e i rapporti di Doha con l’amministrazione americana.
Malgrado la smentita del Qatar, i media del Golfo rilanciano le dichiarazioni;

– 25 maggio: “Il Qatar divide gli arabi”, titola il quotidiano emiratino Al-Bayane, mentre il giornale saudita Al-Hayat afferma che le dichiarazioni dell’emiro hanno provocato “grande indignazione”;

– 25 maggio: il ministro qatariota degli Affari Esteri, sheikh Mohamed bin Abderrahmane Al-Thani, denuncia “una campagna mediatica ostile allo Stato del Qatar” a cui l’emirato “risponderà”;

– 28 maggio: il ministro degli Esteri degli Emirati, Anwar Gargash, afferma che le monarchie del Golfo “stanno attraversando una nuova grave crisi” e invita il Qatar, senza nominarlo, a “cambiare atteggiamento e a ristabilire fiducia e trasparenza”;

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– 2 giugno: una fonte ufficiale di Doha afferma che inquirenti americani dell’Fbi stanno aiutando il Qatar a stabilire l’origine dell’attacco hacker all’agenzia di stampa;

– 5 giugno: Arabia saudita, Emirati, Bahrein, Egitto e Yemen rompono i rapporti diplomatici con il Qatar, accusandolo apertamente di sostenere “il terrorismo”.

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