Primo ministro belga: “Il terrore non cambierà il nostro stile di vita”

Primo ministro belga: “Il terrore non cambierà il nostro stile di vita”
23 marzo 2016

di Carlantonio Solimene

La solidarietà all’alleato colpito. L’impegno a combattere uniti il terrorismo dopo l’ennesimo bagno di sangue in Europa. Ma anche la consapevolezza che qualcosa nella lotta al terrore islamico finora si è sbagliato, specie se oltre alle dichiarazioni dei leader si scrutano quelle delle cosiddette “seconde linee” della politica internazionale. È questo il copione seguito anche ieri nelle reazioni mondiali alla strage di Bruxelles. Un canovaccio ormai tristemente abitudinario in un’Europa colpita al cuore a intervalli sempre più stretti. Il premier belga Charles Michel ha cancellato un viaggio di Stato in Cina per annunciare che il livello di allerta resterà a “4” (la soglia massima) anche nei prossimi giorni e rivendicare che “saremo determinati nella volontà di proteggere le nostre libertà e il nostro modo di vivere”. Tra i primi a far sentire la propria solidarietà al popolo belga c’è stato Francois Hollande, presidente di una Francia che con i lutti causati dall’Isis sta già facendo i conti da tempo. “Con gli attentati di Bruxelles, è tutta l’Europa che è colpita” ha detto il premier di Parigi, “e tutti insieme dobbiamo prendere le disposizioni indispensabili di fronte alla gravità della minaccia”.

Nel frattempo hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’Alto rappresentante della Ue per la Politica estera, l’italiana Federica Mogherini, che nel parlare di “un giorno molto triste per l’Europa” non è riuscita a trattenere le lacrime. Contestualmente le principali istituzioni dell’Unione Europea hanno messo le bandiere a mezz’asta per manifestare il proprio cordoglio. Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, è stato raggiunto dalla notizia nel corso della sua prima storica visita a Cuba. E così, prima di parlare del disgelo col regime dei Castro, ha dedicato un pensiero a Bruxelles. “Dobbiamo restare uniti indipendentemente da nazionalità, razza e fede nella lotta contro l’orrore. Sconfiggeremo coloro che mettono a rischio la nostra sicurezza e la sicurezza delle genti in tutto il mondo”. Più prudenti, sul fronte Usa, sono però le dichiarazioni di Michael Morell, già vice direttore della Cia sotto la presidenza Obama, secondo il quale se da una parte la campagna americana sta avendo successo in Siria, dove l’Is perde terreno, dall’altra però il gruppo terroristico “sta crescendo rapidamente nel resto del mondo”. “Io direi che stanno vincendo e noi dobbiamo trovare nuovo approcci per fermarli” ha concluso.

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Stessa discrasia anche dalle parti di Mosca, dove se da una parte il presidente Vladimir Putin ha parlato di “attacco barbarico” e invitato alla “più stretta cooperazione internazionale per combattere questo male”, dall’altra il presidente della commissione Affari internazionali della Duma (il parlamento russo) Aleksei Pushkov ha sferrato un duro attacco alla Nato: “La principale minaccia alla sicurezza europea non viene dalla Russia, ma dal terrorismo internazionale. Mentre la Nato si prepara a dispiegare nuove unità militari nei paesi baltici e con gli Usa vuole aumentare la sua presenza militare in Europa orientale, da loro sotto il naso, a Bruxelles, dove c’è il quartier generale dell’Alleanza atlantica, le persone saltano in aria”. Angela Merkel, in difficoltà in Germania proprio per le aperture ai profughi siriani degli ultimi mesi, ha convocato per oggi una riunione straordinaria del governo per studiare le strategie da adottare sul fronte sicurezza dopo l’attacco in Belgio. La Cancelliera ha ribadito “la nostra forte determinazione a combattere il terrorismo” e si è detta fiduciosa nel fatto che l’Europa “emergerà più forte” da questa sfida. In quanto al presidente della Ue Jean-Claude Juncker, da ieri mattina al Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo dell’Unione, proprio a Bruxelles, ha cercato di “rassicurare il personale della Commissione europea e delle altre istituzioni: la loro sicurezza è per me una priorità. Saranno adottati tutti i provvedimenti possibili di concerto con le autorità belghe”. “Gli attacchi hanno colpito Bruxelles, ma il bersaglio è l’Europa intera” ha concluso, “la Ue deve restare unita di fronte al terrore, ed è quello che farà. Gli eventi di Bruxelles ci toccano, ma non ci spaventano”.

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