Mosca conferma incontro Lavrov-Kuleba 10 marzo

Mosca conferma incontro Lavrov-Kuleba 10 marzo
Volodymir Zelensky
7 marzo 2022

Il presidente Volodymir Zelensky è il simbolo della resistenza degli ucraini all’invasione russa, ma se l’esercito di Mosca ricevesse ordine di prendere Kiev, l’ex comico diventato eroe nazionale vivente avrebbe ben poche speranze di poterlo fermare. Così le cancellerie di mezzo mondo si interrogano su come salvare il soldato Zelensky, che peraltro non avrebbe particolare voglia di farsi salvare, forse anche temendo un trabocchetto politico. Intanto, la Russia ha confermato un incontro dei ministri degli Esteri russo e ucraino in Turchia alla fine della settimana, il primo nel suo genere dall’inizio dei combattimenti in Ucraina. “Secondo un accordo telefonico tra i presidenti russo e turco, (…) è previsto un contatto a margine del forum diplomatico di Antalya tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e quello ucraino Dmytro Kouleba”, ha detto su Telegram la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova

DOV’E’ ZELENSKY?
Da Mosca si insinua che Zelesnky non sia più da giorni a Kiev, che i video quotidiani registrati su uno sfondo neutrale potrebbero essere registrati ovunque. Il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin ha dichiarato il 4 che Zelensky è stato esfiltrato fuori dal Paese. Il 2 marzo Matthew Chens di Cnn è stato portato in un bunker sotterraneo a Kiev dove ha visto di persona il presidente. Secondo diverse fonti, il rifugio è adiacente alla fermata del metro Arsenal di Kiev, la più profonda della rete sotterranea, anzi la più profonda al mondo: 105, 5 metri sotto la superficie della città. Il bunker sarebbe direttamente collegato al palazzo presidenziale.

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IN ESILIO, MA DOVE?
Gli Stati Uniti stanno discutendo con alcuni alleati europei come sostenere un governo ucraino in esilio guidato da Zelensky, riferivano ieri vari media Usa, citando fonti occidentali. Diverse le opzioni sul piatto, per ora solo come scenari: uno spostamento del presidente ucraino a Leopoli o il trasferimento in Polonia con i suoi più stretti collaboratori. Leopoli, ‘Ucraina occidentale, è da sempre la capitale dell’opposizione più profonda alla Russia e difficilmente l’esercito russo vorrà spingersi così vicino al confine polacco, quindi – è il ragionamento che guida americani – la città potrebbe essere luogo sicuro. La Polonia sarebbe l’opzione da far scattare se i carri armati russi oseranno avventurarsi fino alla Galizia, e questo probabilmente vorrebbe dire una guerra totale e di lungo termine in Ucraina. La Romania potrebbe essere ipotesi anche più interessante se si considera il pericolo che nel mirino di Vladimir Putin ci possa essere la Transnistria, la striscia di terra che separa l’Ucraina occidentale dalla Moldova e de facto è controllata dai russi da quasi 30 anni. La Moldova ha legami storici e culturali fortissimi con la Romania, che l’epoca sovietica non ha del tutto reciso.

E SE ZELENSKY VIENE UCCISO?
Gli Stati Uniti non fanno mistero, anzi, che c’è un piano da far scattare se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovesse venire ucciso, per impedire che a Kiev si installi un governo filo-russo in grado di controllare davvero la situazione. Il segretario di Stato Antony Blinken l’ha dichiarato senza tanti giri di parole in una intervista domenica a Cbs News: “gli ucraini hanno piani per quello che noi definiremmo governo di continuità in un modo o nell’altro”, ha detto il capo della diplomazia americana. C’è anche il problema della successione in caso di morte. In base alla legge, i poteri dovrebbero passare allo speaker della Rada, il parlamento di Kiev, Ruslan Stefanchuk, filo-occidentalista convinto, a prova di occupazione. Ma se anche lui dovesse morire, non è chiaro chi sarebbe chiamato ad assumere le funzioni di capo dello Stato. A parte che a quel punto sarebbe probabile un’implosione della squadra governativa attuale, l’ipotesi più accreditata indica il premier Denis Shmihal.

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ZELENSKY A KIEV UN OSTACOLO?
C’è anche chi pensa che portare Zelensky fuori dal Paese sarebbe nell’interesse di chi in Occidente vorrebbe imboccare la via negoziale con il Cremlino ma non sa da dove cominciare, soprattutto finché il leader ucraino è a Kiev. Per questo Zelensky non vuole discutere di persona scenari di esilio, sostengono diversi ucraini sui canali Telegram e altri social, facendo il tifo per il presidente e consigliandogli di non fidarsi di chi non vuole entrare in guerra contro la Russia e neppure fornire aerei o missili in grado di mettere davvero in difficoltà l’esercito russo. Zelensky da giorni martella sulla richiesta di ottenere aerei come minima alternativa a una fly-zone sull’Ucraina. A un certo punto gli Stati Uniti sembravano tentati di farlo, o meglio, di autorizzare la Polonia a farlo, ma Varsavia ha subito chiarito non volere sfidare direttamente Mosca.

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