Politica

Varato decreto “anti Covid” di Natale, pranzo e visite con due parenti. Ecco le nuove regole

Varato il decreto di Natale, che prevede misure restrittive su tutto il territorio nazionale nel periodo festivo per evitare una pericolosa impennata dei contagi. Il premier Giuseppe Conte ha provato a spiegarlo con tanto di slide, ma gli italiani sono nel pallone. Il provvedimento è composto solo tre articoli che scelgono una linea di rigore, visto anche gli ultimi dati del monitoraggio dell’epidemia della cabina di regia che tornano a segnalare anche un aumento dell’indice di trasmissibilità. Un report che sul rischio di Natale è stato netto e ha dato man forte alle posizioni di rigore avvertendo che “le aumentate mobilità e interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di Sars-CoV-2” e “un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre”. Uno scenario da evitare a qualunque costo specie in vista della campagna vaccinale anti-covid.

Il periodo della stretta – così come stabilisce l’articolo 2 del dl – va dal 24 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, compresi. E si stabilisce che nei giorni festivi e prefestivi “sull`intero territorio nazionale si applicano le misure di cui all`articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020”, ovvero le norme previste per le aree di massima gravità e livello di rischio alto, lo scenario di tipo 4. Quindi il 24 dicembre, il 25 Natale, il 26 Santo Stefano, il 27 domenica, il 31 dicembre, il 1 gennaio, il 2 gennaio, domenica 3 gennaio, il 5 gennaio, il 6 gennaio, tutta l’Italia sarà in zona rossa, 10 giorni di lockdown; con spostamenti vietati sia in entrata e uscita che all’interno, salvo che per situazioni di necessità, salute, comprovate esigenze lavorative, negozi chiusi se non generi alimentari e prima necessità, sospese attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), consentito però asporto e domicilio fino alle 22.

“Un sistema liberal democratico non manda la politiza in casa a controllare cosa stanno facendo nelle abitazioni a meno che non ci sia una flagranza di reato – ha detto Conte -. Non entriamo nelle case. Il divieto, quando avrete la bontà di leggere il decreto, è stato concepito come limite alla circolazione”. “Siamo in zona rossa, interveniamo con un inasprimento, si esce con l’autocertificazione in tutti questi giorni di festività. Allora per compensare introduciamo un piccolo contemperamento: chi circola per strada dichiarerà dove va, se va in un’abitazione si potrà verificare dopo”. Il premier ha evidenziato quando “a questo governo sta a cuore la ripresa delle attività in presenza per tutto il comparto scolastico, anche per le superiori, vogliamo offrire anche a loro la pienezza di un’offerta didattica vis a vis. Abbiamo programmato un recupero della didattica in presenza dal 7 gennaio, per questo stiamo lavorando tantissimo”.

Tornando al decreto, negli altri giorni il 28, 29, 30 dicembre 2020 e il 4 gennaio 2021 si applicano le misure previste per le zone arancioni (di cui all`articolo 2 del medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020), ma “sono altresì consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”. Per regolare gli spostamenti di casa in casa, evitare assembramenti o feste e diminuire le interazioni ma anche consentire un minimo di socialità, il decreto prevede espressamente che “durante i giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05,00 e le ore 22,00, verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. Quindi una deroga è stata prevista al nucleo familiare convivente, ed è saltata anche la limitazione ai congiunti: si potranno ospitare anche due amici (+figli minori, disabili, non autosufficienti).

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