Cultura e Spettacolo

Verso gli Oscar della diversità e dell’inclusione. Con tante star

Hollywood sta preparando un ritorno in grande stile. Per la cerimonia di premiazione, il 25 aprile, c’è tra i produttori il regista Steven Soderbergh e tante star come presentatori, da Halle Berry a Brad Pitt, da Joaquin Phoenix a Reese Witherspoon e Zendaya. Dopo più di un anno di pandemia a marzo hanno riaperto i cinema in molte città degli Stati Uniti e la cerimonia sarà in presenza, anche se in più location e con un pubblico limitato, star di nuovo senza mascherine e con sfoggio di abiti e gioielli. Tra loro ci sarà la nostra Laura Pausini, candidata nella categoria miglior canzone originale con “Io sì”. E l’Italia correrà anche per migliori costumi e trucco con il “Pinocchio” di Matteo Garrone.

L’Oscar 2021 sarà anche l’Oscar delle prime volte, delle diversità e dell’inclusione: per la prima volta ci sono due donne nella categoria “Miglior regista”: Chloé Zhao per il racconto della precarietà dei nuovi nomadi nell’Ovest americano fatto con “Nomadland”, interpretato da Frances McDormand, e Emerald Fennel, che ha diretto Carey Mulligan in “Una donna promettente”, in cui la protagonista vendica le donne vittime di violenza. Sarà anche la prima volta in cui otto dei venti candidati per la recitazione appartengono a minoranze etniche: sei attori afroamericani, due coreani. Solo 5 anni fa, Spike Lee promosse il boicottaggio della cerimonia per l’assenza di candidati black. Oggi due di loro, Viola Davis e lo scomparso Chadwick Boseman, sembrano in prima linea per la statuetta di migliori attori con il film “Ma Rainey’s Black Bottom”.

All black è uno dei candidati per miglior film, “Judas and the Black Messiah”, che racconta un episodio della storia delle Pantere Nere a Chicago, candidato a 6 premi. Un episodio della storia americana di quegli anni, le proteste contro la guerra in Vietnam, è al centro di un altro candidato per miglior film, “Il processo ai Chicago 7”, anch’esso con 6 nomination. Per l’Oscar più importante ci sono in corsa anche “Minari” e “Sound of Metal”, che, in tema di inclusione, hanno come candidati a miglior attore il coreano Steven Yeun, e il musulmano, Riz Ahmed. A contendere questa statuetta però ci sarà un quotatissimo Anthony Hopkins, protagonista nel ruolo di un anziano affetto da Alzheimer di “The Father”, anch’esso in lizza per miglior film, e un superlativo Gary Oldman che interpreta lo sceneggiatore alcolista di “Quarto potere” Mankiewicz in “Mank”, che ha il record di candidature quest’anno, ben dieci.

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