L’Italia preme su Ue, il governo studia visti temporanei. Giro: “Agli italiani chiediamo pazienza”

L’Italia preme su Ue, il governo studia visti temporanei. Giro: “Agli italiani chiediamo pazienza”
16 luglio 2017

L’Italia  – forse – si sta rendendo conto che il continuo flusso crescente dei migranti nel nostro Paese non è più governabile. E così gioca a rialzo con Bruxelles. Per ora “sono illazioni del Times”, risponde il viceministro degli esteri Mario Giro, citato dal quotidiano britannico come fonte sull’ipotesi di un progetto italiano per concedere 200mila visti provvisori ai migranti, in modo da farli circolare liberamente in Ue invece di bloccarli in attesa di una soluzione europea che non sembra vicina. Ma Giro, aggiunge: “Non vorremmo fare gesti unilaterali, ma quello che conta è che non saremo trasformati in un enorme hotspot” europeo. In ogni caso, commentando l’articolo del quotidiano britannico, Giro avverte che “ci devono prendere sul serio “. In sostanza, la strategia del governo è convincere l’Europa a una gestione meno egoista dell’emergenza migranti. Una strategia che potrebbe articolarsi su piu’ fronti, con l’ipotesi estrema del rilascio di visti temporanei per consentire ai migranti di circolare in Europa. L’idea, anticipata dal Times, e’ al vaglio del ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha confermato il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani. “Non e’ una minaccia all’Europa”, ha precisato, ma “qualcosa previsto dalla normativa vigente: qualcosa di molto piu’ serio, di meno velleitario e meno illegale dell’annunciato blocco dei porti”.

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La strategia del governo passa anche attraverso altre strade: si attende a breve con grande interesse una sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che potrebbe cambiare lo scenario ribaltando l’applicazione del Trattato di Dublino. La prassi interpretativa di Dublino 3 e’ che la domanda di asilo vada fatta solo nel Paese di primo approdo. In realta’ il Trattato e’ in parte diverso: dice che il Paese di primo approdo e’ il posto dove fare richiesta di asilo solo se si e’ entrati illegalmente. Ebbene e’ pendente presso la Corte di Giustizia Ue il caso di due immigrati, uno siriano e uno afghano, entrati in Croazia nel 2015 e a cui fu consentito di andare uno in Austria e uno in Slovenia per chiedere asilo. Le richieste furono respinte sulla base dell’accordo di Dublino e il 26 luglio la Corte Europea di Giustizia dovra’ chiarire se fosse giusta questa interpretazione. L’avvocato generale della Corte, la relatrice della decisione, ha gia’ dato ragione ai due profughi, sostenendo che questo tipo di ingressi non possono essere considerati illegali. Qualora la Corte accogliesse questa linea, darebbe ragione all’Italia che nega si possano ritenere arrivi illegali quelli di persone salvate in acque internazionali, secondo gli obblighi del diritto internazionale del mare e della Convenzione di Ginevra sui diritti umani, da navi della Marina militare italiana, fatti sbarcare nei porti italiani e registrare negli hotspot. Pensare che questi arrivi siano illegali e’ un controsenso, sostiene il governo. “Al momento non abbiamo un forte potere negoziale – conclude il viceministro – ma dobbiamo trovare alleati. Con buona pace di chi invoca atti di forza (ma non spiegando come si possa fare, se non al costo di vite umane). E’ un duro negoziato, ma da due anni in Europa si parla solo di argomenti proposti da noi. Agli italiani chiediamo pazienza e calma”.

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