Reati di opinione, Lega contro legge Mancino. Gelo M5s: “Non si cambia”

4 agosto 2018

E’ gelo nel governo sull’abrogazione della legge Mancino sui reati di opinione. E’ il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, a rilanciare una vecchia battaglia della Lega e ‘chiodo fisso’ di Matteo Salvini, a sostegno della quale il partito di via Bellerio raccolse anche le firme, nella primavera del 2014. A Fontana fa subito sponda il ministro dell’Interno.

“Alle idee, anche le piu’ strane, si risponde con le idee, non con le manette”, dice Salvini. Salvo poi precisare che le “priorita’ della Lega e del governo sono lavoro, tasse, giustizia e sicurezza”, mentre “evitare di processare le idee nel nome della liberta’ di pensiero e’ una battaglia giusta ma certo non una priorita’”. Sull’argomento era nel frattempo intervenuto Luigi Di Maio a ‘frenare’ e rammentare che l’abrogazione della legge Mancino “non e’ nel contratto di governo. E’ uno di quegli argomenti usati per fare un po’ di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla poverta’, lavoro e imprese”.

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A Di Maio ha fatto eco il premier, Giuseppe Conte ricordando che “l’abrogazione della legge Mancino non e’ prevista nel contratto di governo e non e’ mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del governo. Personalmente credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l’incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In questo momento – ha aggiunto Conte – il governo deve lavorare e impegnarsi su molti fronti caldi: rilancio dell’occupazione, riforme strutturali che consentano la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Concentriamo su questi obiettivi il nostro impegno”.

Subito dopo le dichiarazioni di Fontana la sinistra era insorta, con il Pd che aveva parlato di “governo ‘nero'”, accusato i leghisti di “fascismo” e Liberi e uguali che aveva chiesto un passo indietro di Fontana. Il ministro veneto era stato netto su Facebook. “I fatti degli ultimi giorni rendono sempre piu’ chiaro come il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico”, aveva scritto su Facebook. “Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni”, aveva aggiunto.

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Prosegue Fontana: “Tutte le prime pagine dei giornali, montando il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n’era neanche l’ombra. Se c’e’ quindi un razzismo, oggi, e’ in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani. La ragione? Un popolo che non la pensa tutto alla stessa maniera e che e’ consapevole e cosciente della propria identita’ e della propria storia fa paura ai globalisti, perche’ non e’ strumentalizzabile. Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si e’ trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano. I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno e’ stato svelato”.

Immediata la reazione delle opposizioni. “Altro che abrogare la legge Mancino. Da abrogare e’ il ministro Fontana. E con lui il governo dell’odio, sempre piu’ pericoloso per gli italiani”, ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina. Piu’ duro il presidente dei dem, Matteo Orfini: “E ora e’ arrivato il ministro Fontana che propone di abolire la legge Mancino. Perche’ a questo governo fascisti e razzisti evidentemente piacciono. Perche’ di questo governo razzisti e fascisti evidentemente sono parte”. A Orfini fa eco il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: “E’ un governo sempre piu’ nero. Il ministro della Famiglia (sic) Fontana ora propone di abolire la legge #Mancino che vieta l’apologia di fascismo”.

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Sempre nel Pd e’ intervenuto Emanuele Fiano: “Lo aspettavamo ed e’ arrivato. Il governo giallo-verde, per bocca del ministro Fontana, scopre la sua vera identita’ e annuncia di voler abrogare la legge che in Italia, come in tutta Europa, vieta la diffusione di idee discriminatorie e razziste. Il progetto e’ sdoganare il razzismo e dare soddisfazione a una parte significativa del loro bacino elettorale che evidentemente chiede loro proprio questo”. Per il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza, sono “inaccettabili le parole del ministro Fontana: l’Italia e’ una repubblica democratica antifascista e antirazzista, chi non lo ricorda non e’ degno di fare il ministro”.

Di diverso avviso la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “FdI condivide la proposta del ministro Fontana di abrogare la legge Mancino. Siamo sempre stati contrari ai reati di opinione perche’ riteniamo la liberta’ di espressione sacra e inviolabile, abbiamo gia’ proposto l’abrogazione di questa norma nella scorsa legislatura quando il Pd e la sinistra hanno tentato di approvare in Parlamento la folle proposta di legge Fiano: siamo pronti a rifarlo oggi”.

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