Sicurezza e libero scambio, Abe “studia” Trump in vista dell’imminente incontro

Sicurezza e libero scambio, Abe “studia” Trump in vista dell’imminente incontro
Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe e la moglie Akie Abe
14 novembre 2016

Shinzo Abe è mobilitato per costruire il prossimo incontro col presidente eletto Donald Trump in una posizione solida, dopo che la sua elezione a sorpresa ha messo in discussione una serie di punti considerati fermi nel rapporto tra Tokyo e Washington, a partire dalla protezione militare americana dell’Arcipelago e dalla costituzione dell’area di libero scambio più estesa del mondo. Trump, da candidato alla Casa bianca, ha fornito una serie di spunti preoccupanti per il Giappone e il suo primo ministro. Da un lato ha chiarito che Tokyo dovrà contribuire in maniera più consistente se vuole che i marines americani continuino a stazionare nell’Arcipelago e difenderlo.

Dall’altro ha consigliato Tokyo di dotarsi dell’arma nucleare per garantire la propria difesa, in un contesto in cui la Cina è una potenza nucleare sempre più consolidata e la Corea del Nord rappresenta un’imprevedibile minaccia di proliferazione. Stamani alla volta di Washington è partito un uomo di Abe, il parlamentare liberaldemocratico Katsuyuki Kawai, col compito di preparare la strada all’incontro che dovrebbe aver luogo a New York il 17 novembre, tra tre giorni. Abe, dal canto suo, è intervenuto a Comitato speciale della Camera dei Consiglieri chiamato a discutere il Partenariato Trans-Pacifico (Tpp) – il grande accordo di libero scambio al quale Trump non sembra intenzionato a dare corso – e lì ha ricordato che l’alleanza tra Giappone e Usa rappresenta il “cardine” della politica di sicurezza ed economica di Tokyo.

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Per quanto riguarda la presenza delle forze Usa, Abe – secondo quanto riferisce lo Yomiuri shimbun – ha ricordato che “non sono un vantaggio solo per il Giappone ma anche per gli Stati Uniti” perché “non sono qui per difendere solo il Giappone, ma per svolgere un ruolo importante di difesa della pace e della sicurezza nell’area dell’Asia-Pacifico e di difesa avanzata degli Stati uniti”. Per questo, anche gli Stati uniti “hanno da difendere il loro vantaggio”. In ogni caso, Abe ha chiarito che “sarà necessario valutare una giusta ripartizione dei costi per la permanenza dei soldati tra Stati uniti e Giappone”. Più che il fronte militare, tuttavia, sarà difficile per Abe riuscire a sostenere il confronto su quello economico-commerciale. In ballo c’è il lungamente negoziato Tpp che, come altri accordi di libero scambio globali, Trump vede come una minaccia per l’occupazione americana.

Il Giappone considera importante, nella sua strategia economica, questa zona di libero scambio che includeil 40 per cento della ricchezza globale, per aprire maggiormente la strada ai prodotti giapponesi, soprattutto nel settore automobilistico. In questo senso ha spinto la Dieta nipponica a un tour de force per ratificare il prima possibile l’accordo, già prima dell’elezione di Trump, visto che la stessa Hillary Clinton aveva parlato di una rinegoziazione. Il Tpp è passato in camera bassa ed è in fase di commissione in quella alta. “Comprendo che la situazione sia diventata particolarmente critica” per il Tpp dopo l’elezione di Trump, ha detto il premier nipponico in commissione. “In questo momento – ha aggiunto – è importante che noi mostriamo determinazione. Se non la dimostriamo, per il Tpp è la fine”.  (foto, Shinzo Abe e la moglie Akie Abe)

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