“Questo cibo puzza in modo terribile”: aprilo all’aria aperta o casa tua diventa irrespirabile I Sta capitando a centinaia di italiani

Cibo puzzolente (pexels) - IlFogliettone.it

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Il pesce fermentato svedese che sfida anche i nasi più forti: un simbolo gastronomico dall’odore infernale

Il surströmming è una delle specialità più controverse al mondo. Questo conservato di aringa fermentata è un pilastro della tradizione culinaria svedese, ma è anche tristemente noto per l’odore estremamente sgradevole che sprigiona. Talmente intenso da renderlo uno degli alimenti più temuti al mondo. Aprire una lattina di surströmming è un’esperienza che si consiglia di vivere rigorosamente all’aperto, possibilmente lontano da finestre aperte e nasi sensibili.

Il processo di produzione è tanto affascinante quanto potenzialmente esplosivo. Dopo una prima fase di fermentazione in barili che dura da uno a due mesi, le aringhe vengono inscatolate e lasciate fermentare ulteriormente all’interno delle lattine. È in questo momento che i gas prodotti dai batteri naturali deformano visibilmente i contenitori. Il rischio di esplosione è reale, motivo per cui molte compagnie aeree ne vietano il trasporto, trattandosi di un oggetto che può compromettere la sicurezza in volo.

Ciò che rende il surströmming unico è la sua capacità di continuare a fermentare anche in scatola. Questo accade perché il liquido di conservazione contiene batteri capaci di sopravvivere alla salamoia. A differenza del pesce marcio, però, l’aringa non si decompone, ma si trasforma, grazie a un delicato equilibrio biologico. Questo rende il prodotto sicuro dal punto di vista sanitario, ma tutt’altro che piacevole sotto l’aspetto olfattivo.

In un recente articolo del Daily Mail, un redattore della sezione gastronomica ha raccontato la sua esperienza con questo famigerato alimento. Il suo racconto è tanto ironico quanto crudo. “È senza dubbio l’odore più ripugnante e fetido che abbia mai sentito”, scrive, evocando paragoni tanto coloriti quanto eloquenti: da flatulenze umane a piedi sudati, passando per il tanfo dei porti abbandonati. Un’esperienza che lascia il segno, letteralmente, su mani, vestiti e giardini.

Un odore che non se ne va

La parte più impressionante del reportage è forse la descrizione delle conseguenze olfattive. Il giornalista racconta che, anche il giorno dopo l’apertura della lattina, l’odore di surströmming aleggiava ancora in casa, complice l’aria ferma di un’estate afosa. Neanche il tempo ha potuto cancellare del tutto il “bouquet” persistente di questo pesce fermentato. Una testimonianza che ha scoraggiato anche i lettori più avventurosi.

Se l’odore è difficile da sopportare, il gusto non sembra rappresentare un sollievo. Secondo il giornalista, il sapore è meno offensivo ma comunque lontano dall’essere gradevole. Definisce il gusto come “intensamente salato e fetido”, simile alla sensazione di “leccare il piede di qualcuno dopo una maratona”. Una descrizione volutamente provocatoria, che ben rende l’idea del livello di sfida rappresentato da questo piatto nordico.

Aringa in lattina (amazon) - IlFogliettone.it
Aringa in lattina (amazon) – IlFogliettone.it

Orgoglio svedese o tortura gastronomica?

Eppure, per molti svedesi, il surströmming è motivo di orgoglio. Viene consumato durante picnic tradizionali, spesso accompagnato da pane croccante, patate e cipolle. Chi lo ama sostiene che il gusto, una volta superato lo shock iniziale, sia intenso ma complesso, e che rappresenti una delle esperienze culinarie più autentiche della Svezia. Tuttavia, fuori dai confini scandinavi, il surströmming resta una curiosità, più temuta che apprezzata.

Negli ultimi anni, il surströmming è diventato anche fenomeno da social media, con video virali di persone che tentano di aprire le lattine e resistere all’odore. In un’epoca in cui il cibo è sempre più spettacolo, questo conservato ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo. Ma resta una specialità che divide, spiazza e, soprattutto, mette alla prova anche il più impavido degli stomaci.