“Bonificami tutto: tanto non dichiariamo niente e nessuno ci può fare nulla” I Ufficiale, Agenzia delle Entrate non ti può controllare se non è REDDITO: ma devi scrivere in questo modo
Agenzia delle Entrate - (pexels) - IlFogliettone.it
Bonifici sospetti e controlli fiscali, ecco cosa devi sapere per evitare sanzioni: cos’è la presunzione di reddito
Ogni movimento in entrata su un conto corrente può attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto quando si tratta di bonifici di importo elevato o con causali poco chiare. In base a quanto previsto dalla normativa vigente, l’Amministrazione Finanziaria presume che ogni somma ricevuta costituisca reddito imponibile, salvo che il contribuente non riesca a dimostrarne la natura diversa. Questo principio impone grande attenzione nella gestione delle operazioni bancarie, anche quando non hanno natura commerciale o professionale.
I controlli fiscali si basano su precise disposizioni legislative che permettono di verificare i versamenti sui conti correnti e presumerli redditi non dichiarati, a meno che non vi sia una giustificazione idonea. La responsabilità della prova, in questi casi, ricade sul contribuente, che deve dimostrare con documenti e riscontri oggettivi che il denaro non rappresenta un reddito soggetto a tassazione. Non basta fornire spiegazioni generiche o autodichiarazioni: è necessario produrre documentazione solida e verificabile.
Chi riceve un bonifico e viene chiamato a fornire chiarimenti dal Fisco deve dimostrare con precisione la provenienza della somma e la sua natura non reddituale. Tra i documenti da presentare ci sono contratti, ricevute, attestazioni bancarie e qualsiasi elemento che tracci con chiarezza il percorso del denaro. È fondamentale che la giustificazione abbia data certa e che sia coerente con la situazione economica e personale del contribuente.
Le donazioni tra familiari, seppur frequenti, sono sottoposte a particolari attenzioni da parte del Fisco. Per somme rilevanti è richiesto l’atto pubblico con notaio, in mancanza del quale la donazione può essere ritenuta nulla dal punto di vista giuridico e considerata fiscalmente rilevante. Anche per importi più contenuti è importante conservare documentazione che dimostri il legame familiare, la capacità economica del donante e la volontà di elargizione, elementi fondamentali per escludere un intento evasivo.
I prestiti tra privati e la necessità di contratto
Nel caso in cui un bonifico sia relativo alla restituzione di un prestito tra privati, è indispensabile che l’accordo sia formalizzato. Un contratto scritto, con data certa tramite PEC o registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, rappresenta la base per dimostrare che la somma ricevuta non è un reddito, ma un’operazione privata. Anche la documentazione che attesti la disponibilità finanziaria del prestatore assume un ruolo essenziale per rendere credibile e legittima l’operazione.
Quando si riceve un bonifico a titolo di rimborso per una spesa anticipata, bisogna conservare ogni traccia dell’operazione originaria. Fatture, scontrini, ricevute e bonifici in uscita che dimostrino l’anticipazione aiutano a costruire una linea di continuità logica e finanziaria tra spesa e rimborso. In assenza di documentazione adeguata, anche un rimborso potrebbe essere scambiato per reddito occulto, con tutte le conseguenze fiscali del caso.

Vendita di beni personali e tracciabilità
La cessione di beni personali come auto, oggetti d’arte o strumenti tecnologici può dar luogo a bonifici apparentemente anomali. In questi casi, è fondamentale documentare la vendita con un contratto, una fattura o un passaggio di proprietà. Questi elementi servono a dimostrare che la somma ricevuta non è un reddito, ma il corrispettivo di una vendita di beni già in possesso e non soggetti a tassazione.
Anche i redditi già tassati alla fonte o esenti per legge, come le vincite o alcune borse di studio, devono essere documentati in caso di richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate. Copie dei certificati di vincita, estratti conti, attestazioni di pagamento da enti pubblici o banche sono indispensabili per dimostrare la correttezza dell’operazione. In mancanza di questi documenti, anche somme teoricamente non imponibili potrebbero essere trattate come redditi non dichiarati.
