ALT POSTO DI BLOCCO: “Dov’è il suo Cqc?” I Allarme alla guida, se ti trovi senza ti spennano e ti rovini tutto Agosto: corri a rimediare immediatamente
Posto di blocco - (pexels) - ilFogliettone.it
Controlli su strada più rigidi è obbligatoria la Carta di Qualificazione del Conducente: nuove sanzioni in arrivo
Con l’arrivo dell’agosto 2025, sulle strade italiane si assiste a un’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine. La novità non riguarda tanto la presenza di nuove leggi quanto l’inasprimento dell’applicazione di quelle esistenti. Oltre ai consueti documenti richiesti durante i posti di blocco, come la patente e il libretto di circolazione, entra ora in gioco anche la Carta di Qualificazione del Conducente, meglio conosciuta come CQC. Questo documento professionale è diventato elemento centrale nelle verifiche per chiunque utilizzi un veicolo per lavoro, soprattutto nel trasporto di merci o persone.
La Carta di Qualificazione del Conducente è una certificazione obbligatoria per tutti coloro che, muniti di patenti C o D, utilizzano il proprio veicolo a scopo professionale. Rilasciata solo a seguito di un corso specifico, la CQC attesta che il conducente ha seguito una formazione approfondita, comprendente norme di sicurezza, regole sulla guida in condizioni di stress, e competenze operative. La validità del documento è di cinque anni, dopodiché è necessario frequentare un corso di aggiornamento per il rinnovo.
La formazione per ottenere la CQC è suddivisa in due percorsi. Per chi la richiede per la prima volta, sono previste 280 ore di corso, comprensive di teoria e pratica. Per i rinnovi, invece, sono sufficienti 35 ore. L’intento del legislatore è quello di assicurare che i conducenti professionali siano costantemente aggiornati sulle norme di circolazione e sulla sicurezza stradale, anche alla luce delle trasformazioni tecnologiche che interessano i mezzi pesanti e i veicoli per trasporto passeggeri.
Le patenti interessate dall’obbligo di possedere la CQC sono le C1, C, CE per il trasporto di merci e le D1, D, DE per il trasporto di persone. Tuttavia, l’obbligo non si limita ai trasporti pubblici o su lunga tratta: riguarda anche trasporti interni aziendali, consegne occasionali, servizi navetta per dipendenti o altre situazioni in cui un veicolo viene impiegato a fini lavorativi. È qui che molti automobilisti incorrono in errore, convinti che la sola patente sia sufficiente.
Le sanzioni per chi è sprovvisto del documento
Chi viene sorpreso alla guida senza CQC, pur impiegando il mezzo per finalità professionali, rischia una multa compresa tra 408 e 1.634 euro. Ma le conseguenze non si fermano qui. Anche l’azienda o il datore di lavoro che ha messo a disposizione il veicolo può essere sanzionato, con multe che vanno da 397 a 1.592 euro. In aggiunta, è previsto il fermo amministrativo del veicolo fino a 90 giorni, con conseguente danno operativo ed economico per l’attività coinvolta.
La normativa assegna la responsabilità sia al conducente che al proprietario del veicolo. Questo principio mira a incentivare un controllo reciproco all’interno delle aziende, dove spesso si tende a sottovalutare l’obbligo di aggiornare la documentazione dei dipendenti. La collaborazione tra le parti è quindi essenziale per evitare sanzioni e blocchi dell’attività lavorativa.

Sicurezza e qualificazione come obiettivi principali
Dietro il rigore normativo si cela una logica ben precisa: garantire maggiore sicurezza sulle strade. Il trasporto professionale, specie se su mezzi pesanti, comporta rischi elevati per la collettività. Formare in modo adeguato chi guida ogni giorno questi veicoli significa ridurre la possibilità di incidenti, migliorare la gestione del traffico e assicurare un servizio più professionale.
Per evitare sanzioni e disagi, è fondamentale che tutti gli operatori del settore – dai conducenti ai titolari d’impresa – si informino in modo tempestivo sull’obbligo della CQC e sulle modalità per ottenerla o rinnovarla. Le autorità, dal canto loro, stanno intensificando anche le campagne informative, per sensibilizzare l’utenza e ridurre il numero di trasgressori inconsapevoli. In un contesto sempre più attento alla sicurezza, la formazione resta lo strumento più efficace.
