Bonus mamme lavoratrici, ci siamo: LUGLIO-AGOSTO boom, i soldi entrano sul conto I Ecco cosa devi fare per rientrarci subito
Mamma lavoratrice (pexels) - IlFogliettone.it
Bonus mamme lavoratrici 2025, come funziona e a chi spetta. Un sostegno rifinanziato dalla parte della genitorialità
Il bonus mamme lavoratrici è stato rifinanziato anche per il 2025, con alcune modifiche rispetto all’impostazione dello scorso anno. Questa misura, pensata per offrire un aiuto concreto alle madri che conciliano lavoro e famiglia, si rivolge alle donne con almeno due figli e un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro annui. La novità principale riguarda la modalità di erogazione del beneficio, che non sarà più legata alla decontribuzione applicata in busta paga dal datore di lavoro, ma verrà corrisposto direttamente dall’INPS.
Il nuovo formato del bonus prevede un’erogazione unica a dicembre dell’importo complessivo maturato durante l’anno. In particolare, la cifra riconosciuta è pari a 480 euro, corrispondente a 40 euro per ciascuna delle dodici mensilità lavorate nel 2025. Il pagamento sarà effettuato solo a fronte dell’effettiva attività lavorativa, quindi sarà necessario aver lavorato per l’intero anno per ricevere l’intera somma. Non si tratta di un accredito mensile, ma di un versamento cumulativo a fine anno.
A poter beneficiare del bonus sono le lavoratrici dipendenti a tempo determinato, le libere professioniste e le autonome iscritte alla gestione separata. Restano invece escluse le lavoratrici domestiche, come colf e badanti, che non rientrano nei criteri fissati dal legislatore. Una condizione imprescindibile per accedere al beneficio è avere almeno due figli e rientrare nella soglia di reddito prevista. Il bonus si configura dunque come una misura selettiva, destinata a una platea ben definita di madri attive professionalmente.
La durata del diritto al bonus varia in funzione del numero di figli. Le madri di almeno due figli riceveranno il contributo fino al compimento del decimo anno di età del figlio più giovane. Se invece i figli sono almeno tre, il beneficio si estende fino al compimento della maggiore età dell’ultimo nato. In questo modo, il legislatore ha voluto estendere nel tempo la protezione per le famiglie più numerose, riconoscendo l’impegno prolungato che comporta il loro sostegno.
Il bonus è esente da tasse e ISEE
Una caratteristica importante del bonus mamme 2025 è che la somma percepita non è soggetta a tassazione. Non verrà quindi calcolata come reddito ai fini IRPEF e non comparirà in busta paga. Inoltre, è esclusa dal calcolo dell’indicatore ISEE, il che significa che il beneficio non influirà sull’accesso ad altre agevolazioni economiche. Questo aspetto rende il bonus particolarmente vantaggioso, perché garantisce un supporto reale senza incidere su altri strumenti di welfare.
Le lavoratrici dipendenti con almeno tre figli che già usufruiscono della decontribuzione totale introdotta lo scorso anno continueranno a beneficiarne anche nel 2025. La misura consente l’azzeramento dei contributi fino a un tetto massimo di 3.000 euro annui. Secondo quanto dichiarato dal Ministro del Lavoro Marina Calderone, queste madri avranno diritto alla decontribuzione fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, senza interruzioni.

Un sostegno alla genitorialità nel lavoro
L’intento della misura è chiaro: sostenere le donne che lavorano e al tempo stesso si occupano dei figli, in un contesto in cui spesso la genitorialità rappresenta un ostacolo alla continuità lavorativa. Il bonus mamme lavoratrici si inserisce in un quadro di interventi che mirano a contrastare la denatalità e a rendere più equo l’accesso al mercato del lavoro per le madri, specie quelle con contratti meno stabili o con attività autonome.
La trasformazione del bonus da misura in busta paga a sostegno diretto dell’INPS segna un cambiamento importante nell’approccio istituzionale. Non solo si alleggerisce il carico gestionale per i datori di lavoro, ma si garantisce maggiore trasparenza e uniformità nell’erogazione. Il passo ulteriore sarà valutare se rendere queste misure più inclusive, ampliando le categorie beneficiarie e stabilizzando il sostegno nel tempo. Per ora, il bonus 2025 rappresenta un tassello concreto nella tutela delle madri lavoratrici.
