Nascosta nell’armadio per sette giorni: il mistero di Valentina Greco si risolve con un malore
La 42enne cagliaritana sparita a Sidi Bou Said ritrovata nella sua stessa abitazione dopo una settimana di ricerche internazionali

Un malore durante le pulizie domestiche ha tenuto in scacco per sette giorni la macchina diplomatica italo-tunisina e ha scatenato l’angoscia di una famiglia cagliaritana. Valentina Greco, 42 anni, residente da tre anni a Sidi Bou Said, è stata ritrovata viva nella sua abitazione dopo una settimana di ricerche che hanno coinvolto l’ambasciata italiana, la gendarmeria tunisina e l’Interpol.
La scoperta è avvenuta durante un controllo di routine della gendarmeria tunisina, che ha rinvenuto la donna cosciente ma provata in un armadio ai piani superiori dell’abitazione.
L’allarme e la mobilitazione
Il caso aveva assunto dimensioni internazionali dopo la denuncia della famiglia, che non aveva notizie della donna dal 9 luglio scorso. L’ambasciata d’Italia a Tunisi si era attivata “con la massima attenzione sin dalla prima segnalazione”, sollecitando formalmente le autorità locali e tentando ripetutamente di contattare la connazionale.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva personalmente telefonato alla madre per aggiornarla sugli sviluppi delle ricerche, mentre sui social network la comunità italiana in Tunisia si era mobilitata con appelli disperati: “Stiamo cercando una ragazza di nome Valentina Greco. Purtroppo da 7 giorni non abbiamo più sue notizie”, recitava il messaggio condiviso nei gruppi degli espatriati.
Le ipotesi investigative
Prima del ritrovamento, gli inquirenti vagliavano tre scenari principali. L’allontanamento volontario sembrava improbabile: in casa erano rimasti i tre gatti di Valentina, che secondo i familiari “non avrebbe mai abbandonato”, affidandoli sempre a un’amica veterinaria in caso di assenza. Inoltre, mancava solo il computer portatile.
La seconda ipotesi considerava un malore improvviso con ricovero senza documenti – scenario che si è rivelato parzialmente corretto. Valentina aveva infatti problemi di salute, motivo principale del trasferimento in Tunisia tre anni fa.
La terza pista investigativa riguardava un possibile atto violento. Secondo la madre, alcune amiche avevano riferito che Valentina aveva recentemente respinto le avances di un corteggiatore tunisino, alimentando timori di stalking.
Il profilo della scomparsa
Valentina Greco rappresenta il profilo tipo dell’italiana che cerca in Tunisia un nuovo inizio. Trasferitasi per motivi di salute, aveva intrapreso un percorso di avvicinamento al sufismo, la dimensione mistica dell’Islam, studiando il Corano. Un dettaglio che aveva inizialmente complicato le indagini, anche se gli inquirenti escludono collegamenti diretti con la scomparsa.
La vicenda ha messo in luce l’efficacia della cooperazione diplomatica italo-tunisina, ma solleva anche interrogativi sui protocolli di emergenza per i connazionali all’estero. Il fratello Alessio, che si preparava a volare personalmente a Tunisi “per trovare risposte che le autorità non stavano dando”, può ora tirare un sospiro di sollievo.
Epilogo con interrogativi
Mentre Valentina si sottopone a verifiche mediche – le sue condizioni non desterebbero “particolari preoccupazioni” secondo l’ambasciata – rimane da chiarire come sia stato possibile che una persona cosciente sia rimasta nascosta per una settimana nella propria abitazione durante controlli ufficiali.
Il caso si chiude con un lieto fine, ma apre riflessioni sulla vulnerabilità degli italiani residenti all’estero e sull’importanza di mantenere contatti regolari con le famiglie. Un episodio che trasforma sette giorni di angoscia in un promemoria sulla fragilità dei legami a distanza e sull’efficacia, quando funziona, della macchina diplomatica italiana.
