ULTIM’ORA – CONTROLLI FISCALI a tutte le PARTITE IVA: Luglio e Agosto di fuoco, se non firmi Agenzia delle Entrate ti massacra
Controlli fiscali - (pexels) - IlFogliettone.it
Il concordato biennale è un patto tra contribuente e Fisco per semplificare gli adempimenti
La circolare 9/E dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata il 24 giugno 2025, rappresenta una svolta interpretativa e operativa sul tema del concordato preventivo biennale. Si tratta di un documento atteso, soprattutto dopo l’entrata in vigore del decreto correttivo 81/2025, che ha ridefinito alcuni aspetti del meccanismo di accesso e degli effetti prodotti dal concordato. In questo quadro, la circolare assume un ruolo chiarificatore, fungendo da vademecum per i contribuenti interessati a comprendere le nuove regole del gioco e le conseguenze derivanti da una mancata adesione all’accordo con il Fisco.
Il concordato preventivo biennale si conferma uno strumento pensato per incentivare l’adempimento spontaneo delle obbligazioni fiscali. La misura si rivolge a titolari di partita IVA, imprenditori o professionisti che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA), offrendo la possibilità di concordare preventivamente, per due anni, la base imponibile su cui calcolare imposte e contributi. In pratica, si accetta di pagare quanto preventivato dall’amministrazione finanziaria, indipendentemente dai guadagni reali. Questo, però, è subordinato all’assenza di debiti tributari o contributivi pendenti, condizione fondamentale per accedere all’agevolazione.
La circolare chiarisce con fermezza che chi non aderisce al concordato, oppure lo rifiuta dopo aver ricevuto una proposta, dovrà affrontare un maggior livello di attenzione da parte del Fisco. L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza intensificheranno i controlli sui conti correnti, sugli investimenti e sui patrimoni delle partite IVA escluse dall’accordo. L’obiettivo è identificare anomalie, comportamenti a rischio e segnali di evasione attraverso l’incrocio di dati contenuti nelle banche dati fiscali e negli archivi pubblici, inclusa l’Anagrafe dei conti finanziari.
La novità più rilevante riguarda l’adozione di tecniche di controllo sempre più raffinate, in grado di elaborare profili di rischio con maggiore accuratezza. L’Agenzia delle Entrate, sfruttando la capacità operativa rafforzata prevista dal decreto legislativo 13/2024, potrà combinare i dati delle dichiarazioni fiscali con le informazioni presenti su movimenti bancari, atti pubblici, partecipazioni e trasferimenti di beni. Questo sistema di interconnessione delle banche dati consentirà una sorveglianza più mirata, colpendo con più efficacia chi si sottrae agli obblighi tributari.
Chi aderisce gode di benefici sul piano dei controlli
Per chi accetta la proposta di concordato, invece, il trattamento sarà più morbido. La circolare precisa che l’adesione comporterà una riduzione qualitativa dell’attività accertativa, limitando l’utilizzo di presunzioni semplici. Non si parla di una vera immunità dai controlli, ma il contribuente virtuoso potrà beneficiare di una maggiore serenità sul piano ispettivo, evitando in larga parte accertamenti basati su elementi indiziari. Si tratta di un incentivo forte a partecipare al patto fiscale, con vantaggi concreti per chi intende mettersi in regola.
Accanto all’aumento dei controlli, la legge 143/2024 introduce anche un inasprimento delle sanzioni accessorie per chi viola gli obblighi fiscali. In particolare, è stato previsto il dimezzamento delle soglie che fanno scattare misure interdittive, come l’esclusione dagli appalti pubblici o la sospensione dall’attività. Le stesse misure si applicano anche a chi decade dal concordato dopo avervi aderito. Questo innalza il livello di rischio per chi opera in settori regolamentati o ha rapporti con la pubblica amministrazione.

La finalità: contrastare l’evasione e promuovere la trasparenza
Il nuovo impianto normativo e interpretativo mira a rafforzare il contrasto all’evasione, incentivando i comportamenti trasparenti e la regolarità fiscale. Il concordato non è solo uno strumento per semplificare la vita del contribuente, ma anche un mezzo per allargare la base imponibile e rafforzare il patto tra Stato e cittadini. Attraverso una strategia che unisce agevolazioni e controlli mirati, il Fisco punta a costruire un sistema più equo ed efficiente, in cui la fedeltà fiscale venga premiata concretamente.
Con la circolare 9/E, l’Agenzia delle Entrate conferma l’intenzione di costruire un nuovo rapporto con le partite IVA, fondato su collaborazione, trasparenza e responsabilità. Il messaggio è chiaro: chi aderisce al concordato ha più certezze e meno controlli; chi ne resta fuori dovrà affrontare un sistema di sorveglianza più capillare. La scelta, dunque, non è soltanto economica, ma anche culturale: aderire al patto biennale significa investire in un rapporto più sereno e costruttivo con il Fisco.
