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Allerta squali (pexels) - IlFogliettone.it
Contender, lo squalo che inquieta i bagnanti: un’estate diversa, con gli occhi puntati sul mare
Il mare, quest’anno, sembra avere un’anima più inquieta. Non per tempeste o onde anomale, ma per una presenza che affascina e spaventa insieme: gli squali. A preoccupare, però, non è tanto la loro presenza quanto il loro comportamento. Qualcosa sembra muoversi fuori dagli schemi e a dirlo non sono solo i bagnanti, ma anche i biologi marini, impegnati a studiare fenomeni inusuali. Sulle coste atlantiche degli Stati Uniti, l’attenzione si concentra su uno squalo in particolare: un esemplare talmente imponente e anomalo da meritarsi un nome proprio.
Si chiama Contender, ed è un gigantesco squalo bianco maschio scoperto e tracciato da OCEARCH, organizzazione specializzata nel monitoraggio della fauna marina. Lungo più di quattro metri e con un peso che sfiora i 750 chili, è il più grande maschio mai monitorato nell’Atlantico nordoccidentale. Da gennaio, data della sua marcatura al largo di Jacksonville, tra Florida e Georgia, Contender ha percorso oltre 3.000 chilometri in mare aperto, rendendosi oggetto di un monitoraggio scientifico senza precedenti.
Dietro l’interesse per Contender non c’è solo la dimensione straordinaria dell’animale, ma il valore scientifico che rappresenta. Seguire i suoi spostamenti in tempo reale, grazie ai segnali GPS e satellitari, significa raccogliere dati fondamentali per comprendere meglio le abitudini degli squali bianchi adulti: cosa mangiano, come si muovono, cosa li attrae verso le coste. Un’informazione cruciale per la conservazione e la sicurezza, specie in una fase in cui il cambiamento climatico potrebbe alterare gli equilibri marini.
Tutto sembrava proseguire nel silenzio tipico della ricerca, finché a inizio giugno il nome di Contender è tornato d’attualità. Il suo segnale, dopo settimane di assenza, è stato rilevato vicino alla costa della Carolina del Nord, in prossimità della Pamlico Sound, un’area turistica molto frequentata durante l’estate. Nessun attacco, nessun evento drammatico, ma la sola presenza di un animale di tale portata vicino alla riva ha generato un inevitabile fermento tra residenti e autorità.
Tra timori e precauzioni
John Tyminski, esperto dell’organizzazione OCEARCH, ha voluto rassicurare: le probabilità che un simile esemplare si avvicini davvero a una spiaggia affollata sono basse. Tuttavia, non sono nulle. Gli squali, ha spiegato, seguono le loro prede, e dove si muovono i banchi di pesci o le foche, possono seguirli anche i predatori. È un comportamento naturale, che però può avere implicazioni serie se si manifesta in prossimità delle aree balneari.
Il rischio più grande, in questi casi, non è tanto l’animale quanto la narrazione che se ne fa. Panico, sensazionalismo, titoli urlati: spesso la comunicazione pubblica su questi eventi tende a esasperare, dimenticando la complessità del comportamento animale. Contender non è un “mostro marino”, ma una creatura affascinante che ci ricorda quanto il nostro rapporto con il mare sia ancora fragile, instabile, da decifrare.

La costa come laboratorio vivente
Nel frattempo, la presenza di Contender e di altri squali nelle acque costiere sta trasformando alcune zone in veri e propri laboratori a cielo aperto. I movimenti anomali, la vicinanza alla costa, il cambiamento delle abitudini alimentari: tutti indizi che i ricercatori stanno decifrando, nel tentativo di comprendere se stia emergendo un nuovo scenario ecologico, oppure se si tratti solo di variazioni temporanee.
Per ora, Contender continua a nuotare nelle acque dell’Atlantico, silenzioso e maestoso. Ogni suo segnale è una nuova tessera di un puzzle ancora incompleto. Ma il suo caso sta già cambiando il modo in cui pensiamo agli squali: non più solo minacce estive, ma indicatori vitali di un ecosistema che ci riguarda da vicino. In fondo, capire gli squali è anche un modo per capire meglio noi stessi e il mare che ci circonda.
