West Nile, sei morti e contagi in crescita. Burioni accusa: “Serve una lotta seria contro le zanzare”

L’Italia si trova nuovamente a fare i conti con un nemico invisibile, il virus West Nile, che sta mietendo vittime silenziose nei territori della penisola. I numeri parlano chiaro: sei decessi accertati, distribuiti tra Campania e Lazio, e un nuovo caso grave a Oristano, in Sardegna. Le autorità sanitarie, pur evitando di definire la situazione un’emergenza, ammettono che il problema è reale e richiede un intervento immediato per contenere la diffusione.
L’ultimo decesso registrato è avvenuto nella notte all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove un uomo di 86 anni, affetto da patologie pregresse e ricoverato da inizio luglio, non ce l’ha fatta. Poco prima, un’altra vittima del virus era stata segnalata in Campania: un 74enne di Pomigliano d’Arco, ricoverato d’urgenza per un’emorragia all’ospedale del Mare di Napoli, è morto venerdì, ma la notizia è stata confermata solo oggi da fonti sanitarie. A Caserta, invece, un uomo di 80 anni, anch’egli con pregresse condizioni di fragilità, è deceduto ieri.
Nel frattempo, un nuovo caso di positività al virus è stato accertato in Sardegna. Un uomo di 72 anni, residente a Oristano, è ora ricoverato all’ospedale San Martino con sintomi severi. Le autorità locali, guidate dal Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, hanno già predisposto le misure previste in questi casi: disinfestazioni, indagini epidemiologiche e informazione delle autorità competenti.
“Non è un’emergenza, per fortuna. Però un problema c’è. Non abbiamo vaccino, non abbiamo una cura, ma abbiamo pronta la soluzione: fare sul serio nella lotta contro le zanzare” afferma Roberto Burioni, virologo e docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il virologo Roberto Burioni interviene nel dibattito pubblico con parole chiare e taglienti. Il virus West Nile, veicolato proprio dalle zanzare, trova terreno fertile soprattutto in estate, quando le temperature elevate favoriscono la proliferazione dell’insetto vettore.
Un problema sottovalutato
Nonostante le rassicurazioni, il quadro complessivo è preoccupante. Il virus, che inizialmente fu isolato in Uganda nel 1937, è ormai una presenza ricorrente nelle estati italiane. Le regioni maggiormente colpite quest’anno – Campania, Lazio e Sardegna – devono fare i conti anche con le fragilità strutturali del sistema sanitario locale, che si trova spesso impreparato di fronte a fenomeni epidemiologici di questa natura.
Sebbene la maggior parte dei contagiati non sviluppi sintomi gravi, il virus può essere letale per le persone anziane o con patologie pregresse. In questi casi, il rischio di encefalite o meningite virale è particolarmente elevato. Burioni insiste sull’importanza di non minimizzare il problema, sottolineando che “non è vero che muoiono solo quelli già malati”.
Ombre sul futuro
La gestione del virus West Nile pone interrogativi sulle politiche di prevenzione e sull’efficacia delle misure adottate. La lotta agli insetti vettori, come le zanzare, appare al momento l’unica arma disponibile, ma il livello di intervento varia sensibilmente tra le diverse regioni italiane, creando disparità di protezione per i cittadini.
In un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno ampliando le aree di diffusione di virus tropicali anche in Europa, il West Nile rappresenta solo uno dei possibili segnali di allarme. Con l’estate che volge al termine, la speranza è che i numeri non aumentino ulteriormente. Ma il messaggio è chiaro: il virus c’è, e non se ne andrà da solo.
