Renzi chiude Italia Viva e lancia Casa Riformista: “Il centrosinistra vincerà solo con un centro forte”
Alla Leopolda 2025 l’ex premier annuncia un nuovo contenitore civico che debutta alle regionali in Calabria e Toscana, puntando su sindaci e amministratori locali.
Alla Stazione Leopolda di Firenze, Matteo Renzi annuncia la fine di Italia Viva e lancia Casa Riformista, un nuovo progetto politico centrista e civico destinato a rivoluzionare lo scenario del centro riformista italiano. Il debutto è previsto alle prossime elezioni regionali in Calabria e Toscana, con l’ambizione di superare le soglie di sbarramento del 5% e dell’8% e costruire una nuova centralità politica in vista delle elezioni del 2027.
“Italia Viva ha compiuto il suo percorso. Ora serve un contenitore nuovo, aperto, che vada oltre i partiti e che dia voce a chi non vuole cedere al populismo né alle urla dell’estremismo”, ha dichiarato il leader di Italia Viva dal palco della tredicesima edizione della convention fiorentina, tracciando una linea netta tra il passato e il futuro politico.
Il nuovo progetto si configura come uno spazio inclusivo, non ideologico, capace di accogliere amministratori locali, esponenti del mondo produttivo e universitario, e cittadini che non si riconoscono nell’attuale offerta politica. Non un partito tradizionale, ma una casa comune per chi crede nel riformismo concreto e pragmatico.
L’ex presidente del Consiglio ha spiegato che la nascita di Casa Riformista risponde a una necessità strategica: “Il centrosinistra vincerà solo con un centro forte”. Renzi ha criticato apertamente il posizionamento del Partito Democratico: “Elly Schlein ha spostato molto a sinistra il Pd: lo rispetto, ma non lo condivido. Senza un’area riformista forte, il centrosinistra non rivincerà mai”.
Un contenitore che va oltre il singolo partito
Parlando con i giornalisti a margine dell’evento, Renzi ha chiarito la natura del progetto: “Casa Riformista c’è se Italia Viva la costruisce, senza Italia Viva non c’è Casa Riformista, con Italia Viva soltanto non basta”. Il leader ha sottolineato l’importanza di evitare protagonismi e ha richiamato le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha proposto di costruire una convenzione riformista.
Il nuovo soggetto politico punta a riunire storie diverse, superando la frammentazione che caratterizza l’attuale panorama del centrosinistra. “Non ci salverà una persona o un partito ma soltanto una grande casa riformista”, ha affermato Renzi, indicando come riferimenti i sindaci delle principali città italiane, da Milano a Genova fino a Napoli.
L’obiettivo dichiarato è recuperare il voto moderato e disilluso, costruendo una proposta alternativa sia al populismo che all’estremismo. Renzi ha rivendicato i risultati del suo governo e le battaglie portate avanti con Italia Viva, guardando però a un nuovo ciclo politico: “Siamo pronti a dialogare con tutti, ma senza rinunciare alla nostra identità riformista. Il Paese ha bisogno di serietà, non di slogan”.
La sfida delle regionali come banco di prova
La prima verifica elettorale per Casa Riformista sarà cruciale. In Calabria la soglia di sbarramento è fissata al 5%, in Toscana all’8%: percentuali che Italia Viva ha faticato a raggiungere nel recente passato. Il nuovo simbolo dovrà dimostrare di saper attrarre consensi oltre la base tradizionale del partito renziano. Il ruolo dei sindaci sarà fondamentale, come ha ripetutamente sottolineato Renzi durante la Leopolda.
L’idea è quella di costruire una rete territoriale solida, radicata nelle amministrazioni locali, capace di parlare al Paese reale e non solo alle élite politiche.
La Leopolda si conferma ancora una volta laboratorio politico e incubatore di cambiamenti. Dalla scissione dal Pd nel 2019 alla nascita di Italia Viva, fino all’annuncio di oggi, la convention fiorentina resta il palcoscenico privilegiato delle mosse strategiche di Matteo Renzi. E da oggi, la sfida del centro si gioca sotto un nuovo tetto: quello di Casa Riformista.
