Riforma Giustizia, maggioranza e opposizione depositano doppia richiesta di referendum

Senato

Aula del Senato

Il centrodestra ha depositato ieri alle 14.30 80 firme in Cassazione per chiedere il referendum confermativo sulla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati, rispettando la soglia richiesta dalla Camera.

Maggioranza e opposizione presentano due richieste di referendum

Nello stesso pomeriggio, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha comunicato in Aula il deposito di due richieste distinte per la consultazione popolare, presentate rispettivamente dalla maggioranza e da gruppi d’opposizione. Ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione, un quinto dei componenti del Senato—pari ad almeno 41 firme, da raccogliere entro il 30 gennaio 2026—può richiedere il referendum confermativo sul testo di legge che introduce la separazione tra le carriere di pubblico ministero e giudice, istituisce una Corte disciplinare per i magistrati e prevede il sorteggio per i componenti dei Consigli superiori.

Le sottoscrizioni della maggioranza al Senato portano le firme dei capigruppo Lucio Malan (Fratelli d’Italia), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Massimiliano Romeo (Lega) e Michaela Biancofiore (Noi Moderati). Per i gruppi d’opposizione firmano Alessandra Maiorino (Movimento 5 Stelle), Alfredo Bazoli (Partito Democratico) e Tino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra).

Due quesiti referendari diversi in Cassazione

Fonti della maggioranza precisano che in Cassazione verranno depositati due diversi quesiti di referendum: quello predisposto dai deputati alla Camera, di carattere “più formale” e coerente con la denominazione della legge sul nuovo ordinamento giudiziario, e un secondo quesito, più chiaro dal punto di vista comunicativo, che accompagnerà la raccolta firme al Senato.

Il doppio binario risponde all’esigenza di chiarezza sull’oggetto del voto popolare, anche se entrambi i quesiti condividono il contenuto. La scelta tiene conto delle indicazioni della Corte, secondo cui è possibile semplificare la formulazione del quesito se ciò facilita un’espressione consapevole della volontà elettorale.

Il governo assicura dialogo sul testo attuativo

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenuto in tv, dichiara: “Se il referendum dovesse approvare la riforma, il testo di legge attuativo sarà trattabile, in spirito di confronto con la magistratura e le parti sociali”. Mantovano spiega che la riforma punta a ridurre le logiche correntizie, favorendo una maggiore efficienza attraverso una Corte disciplinare sganciata dal Consiglio superiore della magistratura (Csm).

Nel frattempo, l’Associazione nazionale magistrati (Anm) ha ufficializzato la nascita del comitato per il no al referendum con una assemblea a Roma, mentre la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati ha sottolineato sui social che “la separazione delle carriere rappresenta un passo decisivo per garantire modernità ed equità alla giustizia italiana”.

Stakeholder a confronto, campagna informativa in arrivo

Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, sottolinea come l’iniziativa del centrodestra sia “nell’interesse di tutto il Paese”, escludendo rischi per l’indipendenza della magistratura e affidando agli elettori la parola definitiva. Il dibattito è atteso ad animarsi nei prossimi mesi con l’avvio ufficiale della campagna referendaria, mentre le opposizioni annunciano iniziative per chiarire nel dettaglio le implicazioni della riforma e promuovere il proprio orientamento di voto.