Emma Marrone torna sulle scene con “Brutta Storia”, un singolo malinconico e autentico
Dopo oltre un anno di silenzio, l’artista salentina torna con un brano intimo e moderno, frutto di una collaborazione ormai consolidata con Olly, Paolo Santo e il produttore Juli.
Emma Marrone
Dopo quindici mesi di assenza dalle uscite discografiche, Emma Marrone rientra con forza nel panorama musicale italiano. Il 3 ottobre ha pubblicato “Brutta Storia”, un brano che fonde pop contemporaneo e suggestioni cantautoriali, impreziosito da una vocalità rinnovata ma fedele alla sua cifra espressiva. Il singolo, già disponibile su tutte le piattaforme digitali insieme al video diretto da Bogdan “Chilldays” Plakov e prodotto da Borotalco.tv, rappresenta non solo un ritorno, ma l’apertura di un nuovo capitolo artistico.
Collaborazioni rodate
Scritto da Emma insieme a Federico “Olly” Olivieri e Paolo “Santo” Antonacci, e prodotto da Julien “Juli” Boverod – già al suo fianco per il successo estivo “Ho voglia di te” – il brano si inserisce in una traiettoria di collaborazioni ormai rodata. Un nucleo creativo affiatato, capace di unire intimità lirica e modernità sonora, che sembra aver trovato nella cantante salentina la sua voce ideale.
“Brutta Storia” racconta un amore fragile, sospeso tra ricordi vividi e domande senza risposta. Le immagini evocate – corse in motorino sotto la pioggia, notti al benzinaio, stanze caldaie trasformate in santuari dell’effimero – disegnano un affresco emotivo universale. “Le storie d’amore più vere sono quelle che restano chiuse in una stanza nella nostra testa”, ha scritto Emma sui social, sintetizzando con poesia il cuore del testo.
La produzione di Juli avvolge la voce di Emma in un tappeto sonoro pop con venature vintage, dove synth caldi e ritmi sobri lasciano spazio alla potenza interpretativa della cantante. Il risultato è un brano che sa essere graffiante e accogliente al tempo stesso, perfetto per chi porta ancora addosso le cicatrici di un sentimento finito.
Il sodalizio con Olly
Il percorso creativo di “Brutta Storia” ha radici nell’estate appena trascorsa. Già ad agosto, Emma aveva condiviso su Instagram un frammento del ritornello, accompagnandolo con un messaggio d’amore alla sua Puglia: “Che brutta storia quella malinconia che arriva ogni volta che vado via da te… Sempre. Io torno sempre”. Quel “sempre” si è trasformato in promessa mantenuta, segno di un legame profondo non solo con la terra d’origine, ma anche con il proprio pubblico.
Nei mesi successivi, l’artista ha parlato di un periodo di riflessione interiore: “Ho fatto molte cose. Sono successe molte cose. Soprattutto dentro di me. Respirare. Prendersi il proprio tempo. Capire. E la chiamano estate”. Un’introspezione che ha nutrito la genesi del brano, rendendolo più maturo, sincero, meno spettacolare e più umano.
Il sodalizio con Olly va oltre la musica. In un’intervista a Radio Zeta, il rapper aveva definito Emma “una sorella maggiore”, rivelando di averla chiamata subito dopo la vittoria a Sanremo. Un rapporto fatto di stima reciproca, complicità e rispetto artistico, che si riflette nella naturalezza con cui i loro linguaggi si fondono in “Brutta Storia”.
Il successo di “Brutta Storia” non è solo merito di Emma, ma frutto di un’alchimia rara. Olly porta la sua sensibilità narrativa, Santo la sua capacità di cesellare metafore quotidiane, Juli la sua visione sonora pulita ed evocativa. Insieme, hanno creato un brano che non urla, ma sussurra con forza.
Un ritorno che sa di promessa mantenuta
L’attesa dei fan non è stata vana. Il singolo ha raccolto migliaia di visualizzazioni in poche ore e un coro di apprezzamenti sui social, dove molti hanno riconosciuto nella malinconia del brano un’eco delle proprie esperienze. Emma, del resto, ha sempre avuto il dono di trasformare il personale in collettivo, senza mai scadere nel banale. “Che bello tornare da voi”, ha scritto l’artista al lancio del brano. E quel “voi” include non solo il pubblico, ma anche i collaboratori con cui ha scelto di costruire questa nuova fase: Olly, Santo, Juli. Una squadra che, come si dice in questi casi, “quando vince non si cambia”.
Musicalmente, “Brutta Storia” si distingue per la sua capacità di bilanciare nostalgia e attualità. Non è un ritorno al passato, né un salto nel futuro: è un presente vissuto con consapevolezza, dove ogni nota sembra misurata per toccare una corda emotiva precisa. La voce di Emma, più matura e sfumata, guida l’ascoltatore attraverso un labirinto di rimpianti, desideri e domande irrisolte.
Il testo, ricco di dettagli cinematografici, trasforma momenti quotidiani in icone di un sentimento perduto. Le sigarette fumate, il mal di gola, il divano tra le piante, le ansie non dette: sono questi i frammenti con cui si costruisce una “brutta storia” che, paradossalmente, diventa bellissima nella sua onestà.
In un panorama musicale spesso dominato da ritornelli urlati e produzioni sovraccariche, questa scelta minimalista risulta rivoluzionaria. “Brutta Storia” non cerca di imporsi: si offre. E proprio per questo resta impressa. Con questo singolo, Emma Marrone non si limita a tornare: ridefinisce il proprio posto nella musica italiana. Senza clamori, ma con autorevolezza. Senza stravolgimenti, ma con evoluzione. E soprattutto, con quella autenticità che da sempre la distingue.
