Patenti di guida, l’Europa cambia tutto: si parte a 17 anni

Approvate le riforme che introducono controlli medici obbligatori e abbassano l’età minima per le categorie professionali. Tre anni agli Stati per il recepimento.

Patente (pexels) - IlFogliettone.itL’Europa stringe le maglie sulla sicurezza stradale. Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo a un pacchetto di riforme che rivoluziona le regole sulle patenti di guida in tutti i Paesi membri. Obiettivo dichiarato: ridurre drasticamente il numero di vittime sulle strade attraverso controlli più stringenti, formazione potenziata e un sistema di sanzioni transfrontaliere che non lascerà scampo ai trasgressori. L’approvazione è arrivata senza votazione in seconda lettura, vista l’assenza di emendamenti dopo l’accordo raggiunto con il Consiglio.

Le due direttive modificano profondamente l’approccio europeo alla guida, toccando aspetti cruciali come l’età minima per le diverse categorie, la durata dei documenti e l’introduzione massiccia del formato digitale. Gli Stati membri avranno tre anni di tempo per recepire le disposizioni nel diritto nazionale, più un ulteriore anno per prepararsi all’attuazione concreta. La vera rivoluzione riguarda i giovani conducenti. La patente B per le automobili potrà essere conseguita già a 17 anni, ma con un vincolo preciso: fino alla maggiore età sarà obbligatoria la presenza di un conducente esperto al fianco del neopatentato. Una misura che punta a favorire l’apprendimento graduale, riducendo i rischi legati all’inesperienza.

Ma le novità non si fermano qui. Per affrontare la cronica carenza di autisti professionisti che attanaglia il settore dei trasporti, Bruxelles ha deciso di abbassare le barriere d’ingresso. I diciottenni potranno mettersi al volante di autocarri (categoria C) e i ventunenni di autobus (categoria D), a patto di possedere un certificato di abilitazione professionale. Senza questa qualifica, l’età minima resta fissata rispettivamente a 21 e 24 anni. Un compromesso tra esigenze del mercato e tutela della sicurezza.

Neopatentati sotto la lente: periodo di prova più lungo e tolleranza zero

Il periodo di prova per chi ha appena conseguito la patente sale da uno a due anni minimo. In questa fase le regole si faranno decisamente più rigide: guida in stato di ebbrezza o mancato utilizzo delle cinture di sicurezza comporteranno sanzioni più severe rispetto ai conducenti esperti. L’intento è chiaro: educare fin da subito a comportamenti responsabili, quando l’inesperienza rappresenta il principale fattore di rischio. Sul fronte della validità dei documenti, la direttiva stabilisce una durata standard di 15 anni per le patenti ordinarie.

Tuttavia, i singoli Stati potranno ridurre questo periodo a 10 anni qualora la patente venga utilizzata anche come documento d’identità nazionale. Per le categorie professionali – autocarri e autobus – il rinnovo sarà invece necessario ogni 5 anni, con controlli più frequenti per garantire standard di sicurezza elevati. Gli over 65 potrebbero essere sottoposti a verifiche più ravvicinate. Ogni Paese potrà decidere autonomamente se ridurre il periodo di validità della patente per i conducenti più anziani, imponendo controlli medici regolari o corsi di aggiornamento.

Una misura che tiene conto del progressivo invecchiamento della popolazione europea e delle possibili limitazioni cognitive o fisiche legate all’età. Per ottenere o rinnovare la patente diventerà obbligatoria una visita medica che comprenda esami della vista e controlli cardiovascolari. Gli Stati membri avranno però la facoltà di sostituire questi accertamenti con un modulo di autovalutazione, lasciando margini di flessibilità nell’applicazione delle norme.

Esami più completi: focus su tecnologia e utenti vulnerabili

L’esame di guida si arricchisce di nuovi contenuti. I candidati dovranno dimostrare di conoscere i rischi legati agli angoli ciechi dei veicoli, il funzionamento dei moderni sistemi di assistenza alla guida e le tecniche per aprire le portiere in sicurezza senza mettere in pericolo ciclisti o pedoni. Particolare attenzione verrà dedicata ai pericoli derivanti dall’uso del cellulare durante la guida, una delle principali cause di distrazione. La riforma pone un accento speciale sulla protezione degli utenti della strada più vulnerabili: pedoni, bambini, ciclisti e motociclisti.

I futuri conducenti dovranno sviluppare una maggiore consapevolezza dei rischi che i loro comportamenti possono rappresentare per chi non viaggia protetto da una carrozzeria. Un cambio di prospettiva che punta a costruire una cultura stradale più attenta e inclusiva. La patente digitale diventerà progressivamente lo standard nell’Unione europea. Accessibile direttamente dallo smartphone, offrirà vantaggi in termini di praticità e sicurezza contro le falsificazioni. Tuttavia, gli eurodeputati hanno voluto garantire un diritto fondamentale: chi preferisce il formato tradizionale potrà sempre richiedere una patente fisica, che dovrà essere rilasciata entro tre settimane dalla domanda.

Stretta sui furbetti: sanzioni valide in tutta Europa

Basta con i furbi che guidano spericolatamente all’estero pensando di farla franca. Le nuove norme prevedono che le decisioni di ritiro, sospensione o limitazione della patente vengano trasferite automaticamente al Paese che ha rilasciato il documento. Un sistema che garantirà l’applicazione transfrontaliera delle sanzioni, chiudendo ogni scappatoia.

Le autorità nazionali saranno tenute a scambiarsi informazioni in tempo reale sui ritiri di patente legati alle infrazioni più gravi. Nel mirino finiscono la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, il coinvolgimento in incidenti mortali e gli eccessi di velocità particolarmente pericolosi – come superare di 50 chilometri orari o più il limite consentito. Una rete di controllo che renderà impossibile sfuggire alle conseguenze dei propri comportamenti irresponsabili, indipendentemente dal confine attraversato.