Russia, il Poseidon è realtà: l’arma sottomarina che inquieta Washington

Test riuscito per il drone nucleare che il Cremlino definisce inarrestabile, mentre sul campo Putin chiede la resa ucraina a Pokrovsk e Kupyansk tra smentite di Kiev.

Poseidon missilerazzo

Vladimir Putin alza la posta nello scontro con Washington. Il presidente russo ha annunciato martedì il test “con enorme successo” del Poseidon, drone sottomarino a propulsione nucleare che il Cremlino definisce “impossibile da intercettare”. Una mossa che arriva a soli tre giorni dalle critiche di Donald Trump sul missile Burevestnik, bollato dal leader americano come “inappropriato”.

Ma non è tutto. Putin ha anche rilanciato sul campo di battaglia, intimando a Kiev la resa immediata di migliaia di soldati ucraini che Mosca sostiene essere ormai intrappolati nelle sacche di Pokrovsk e Kupyansk. Un copione già visto: quello dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, caduta nel 2022 dopo settimane di assedio.

“Non esiste al mondo niente di paragonabile in termini di velocità e profondità”, ha tuonato Putin parlando del Poseidon. Il presidente del Cremlino ha rivendicato un primato tecnologico assoluto: “Per la prima volta siamo riusciti non solo a lanciarlo da un sottomarino utilizzando il suo motore di spinta, ma anche ad avviare il reattore nucleare”.

Secondo Putin, la potenza del drone sottomarino polverizza persino quella del Sarmat, il missile intercontinentale di punta dell’arsenale russo, capace di colpire obiettivi a 18.000 chilometri di distanza trasportando 15 testate nucleari. Un’arma che Mosca aveva già svelato nel 2018, insieme al Burevestnik, come risposta all’espansione della Nato verso est e al ritiro americano dal Trattato anti missili balistici.

Il tempismo dell’annuncio non è casuale. Appena tre giorni fa, Trump aveva bacchettato il Cremlino per il test del Burevestnik, missile che secondo fonti russe avrebbe coperto 14.000 chilometri.

“Putin dovrebbe mettere fine alla guerra in Ucraina, non testare missili”, aveva tagliato corto il presidente americano. Una doccia fredda sui rapporti tra Mosca e Washington, che sembravano aver imboccato la strada di un cauto disgelo. La risposta di Putin è arrivata puntuale e provocatoria: un’altra superarma sul tavolo, un altro messaggio inequivocabile alla Casa Bianca.

Kiev respinge l’ultimatum: “Solo propaganda russa”

Sul terreno, il pressing del Cremlino si fa sempre più aggressivo. Putin ha lanciato un ultimatum secco alla leadership ucraina: decidere il destino dei soldati che la Russia afferma essere accerchiati. “La situazione nel suo complesso nella zona delle operazioni speciali è favorevole.

Il nemico è bloccato a Kupyansk e Krasnoarmeysk ed è circondato”, ha dichiarato Putin durante una visita ai feriti in ospedale. Il presidente russo ha anche offerto una tregua temporanea per consentire ai media stranieri, compresi quelli ucraini, di accedere alle zone calde e “vedere con i propri occhi” la situazione dei militari intrappolati.

Ma da Kiev la replica non si è fatta attendere. Le forze armate ucraine hanno bollato le dichiarazioni di Putin su Kupyansk come “finzione e fantasia”. Gli alti comandi hanno ammesso combattimenti feroci in corso nell’area, con le truppe russe che premono sulla parte settentrionale della città, ma hanno respinto categoricamente l’ipotesi dell’accerchiamento.

Su Pokrovsk, invece, lo scenario appare più critico: martedì il presidente Volodymyr Zelensky aveva confermato l’ingresso delle forze russe nella città, pur senza pronunciarsi sulla situazione delle truppe ucraine.

Intanto, il presidente ucraino ha denunciato quello che ha definito un “attacco russo deliberato” contro un ospedale pediatrico nella regione meridionale di Kherson. Il bilancio parla di nove feriti, quattro dei quali bambini. “Ora la Russia è la più grande organizzazione terroristica al mondo”, ha tuonato Zelensky.

Mosca ha risposto accusando l’Ucraina di aver ucciso due civili e ferito altri sei con bombardamenti di droni sulle regioni di Bryansk e Belgorod. Uno scambio di accuse che alimenta la spirale di violenza, mentre Putin continua a giocare la carta delle superarmi per tenere banco sulla scena internazionale.