Affitti in Italia, ritorna ‘l’EQUO CANONE”: sconto totale, pigioni dimezzati da ottobre, basta presentare un modulo ed è fatta

Affitti - (pexels) - IlFogliettone.it

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Affitti, buone notizie per gli inquilini e per le famiglie, quando la legge consente di pagare meno

In Italia, il costo della vita continua a salire mentre gli stipendi restano fermi o, in alcuni casi, persino diminuiscono. Tra le voci di spesa più pesanti per le famiglie e i single c’è senza dubbio l’affitto. Che si viva in una grande città o in un piccolo comune, il canone di locazione rappresenta spesso un onere difficile da sostenere, incidendo in modo significativo sul bilancio mensile.

Non tutti sanno che la legge riconosce agli inquilini la possibilità di chiedere una riduzione dell’affitto in alcune circostanze ben precise. Non si tratta di un bonus o di un incentivo straordinario, ma di un vero e proprio diritto che può essere fatto valere quando l’immobile locato non risponde alle condizioni pattuite. Si parla quindi di situazioni particolari in cui il canone può essere ridotto fino a dimezzarsi.

Un provvedimento che ricorda il vecchio equo canone, una formula legislativa (introdotta dalla L. 392/1978 e abrogata nel 1998) che stabiliva l’ammontare massimo del canone di locazione per gli immobili ad uso abitativo, limitandolo a un 3,85% del valore locativo dell’immobile. Una delle ipotesi più frequenti riguarda la presenza di vizi nell’immobile, cioè difetti che ne riducono in modo sensibile l’idoneità all’uso.

Un impianto elettrico non a norma, infiltrazioni dal tetto o problemi strutturali che rendono alcune stanze inutilizzabili rientrano tra i casi che danno diritto a chiedere la riduzione del canone. È la legge stessa a tutelare l’inquilino, riconoscendo che l’affitto deve essere commisurato alla reale abitabilità della casa. Un’altra situazione è quella dell’impossibilità parziale della prestazione. Se, per cause non imputabili all’inquilino, una parte dell’appartamento diventa inutilizzabile, il canone può essere proporzionalmente abbassato.

Lavori e ristrutturazioni che limitano l’uso della casa

Si pensi a un locale reso inagibile da infiltrazioni o a un guasto che compromette i servizi essenziali: in questi casi l’inquilino non è tenuto a pagare l’intero affitto come se l’immobile fosse perfettamente fruibile. La riduzione può essere richiesta anche quando il proprietario avvia lavori di manutenzione o ristrutturazione che si protraggono nel tempo e rendono la casa in parte o del tutto inabitabile. È una tutela importante perché evita che l’inquilino debba sostenere integralmente un costo per un bene che, di fatto, non può utilizzare nelle condizioni originarie.

La procedura prevede una comunicazione scritta al proprietario, da inviare preferibilmente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite PEC. Nella richiesta devono essere esposte chiaramente le problematiche riscontrate e va formalizzata la domanda di riduzione del canone. A partire dal mese di ottobre, questa possibilità può essere esercitata in tutti i casi previsti dalla legge.

Sostituzione tubi – (pexels) – IlFogliettone.it

Cosa fare in caso di mancata risposta del proprietario

Se il locatore non accoglie la richiesta o non risponde entro un termine ragionevole, l’inquilino può rivolgersi a un legale o a un’associazione di categoria per valutare le azioni successive. Esistono strumenti di mediazione e, in ultima istanza, la via giudiziaria per far valere i propri diritti. L’importante è sapere che la legge riconosce esplicitamente la tutela dell’inquilino in queste circostanze.

La riduzione dell’affitto non è un favore del proprietario, ma un diritto sancito dall’ordinamento. Ogni cittadino ha il diritto di vivere in un’abitazione idonea all’uso pattuito e, quando questo non avviene, il canone deve essere proporzionato alla reale condizione dell’immobile. In un periodo in cui il caro-vita pesa sempre di più sulle famiglie italiane, conoscere e saper far valere queste tutele può fare una grande differenza.