Il Cav vede di nuovo la rimonta, pronto a scendere in campo

Il Cav vede di nuovo la rimonta, pronto a scendere in campo
9 gennaio 2015

#berlusconi di Luigi Frasca

L’ex premier, raccontano, è pronto a spendersi in prima persona, non solo dove potrà avere più chance di vittoria. Tra ieri e mercoledì, a palazzo Grazioli, sta avendo incontri bilaterali con i coordinatori delle Regioni che andranno al voto tra qualche mese. In mattinata ha visto Sandro Biasotti per conoscere la rosa dei 3 papabili azzurri in Liguria e il governatore Stefano Caldoro per sollecitare la sua ricandidatura in Campania (“Se sono rimasto in campo io, devi farlo anche tu”).

Berlusconi ha sulla scrivania una pila di cartelle, piene di appunti e dossier. Vuole conoscere nei dettagli i numeri di Fi e degli avversari sul territorio. Crede nella rimonta, nonostante il clima interno al partito non sia dei migliori: restano forti i maldipancia contro la linea filorenziana imposta dal patto del Nazareno. Il leader azzurro non vuol sentir parlare di polemiche e avrebbe chiesto massimo impegno a tutti, perché stavolta non vuol lasciare nulla di intentato sulle liste. Bisogna darsi da fare anche laddove c’è poca speranza di farcela, va ripetendo, perché crede fortemente nel «margine di recupero» nelle regioni considerate irrecuperabili.

Convinto che in Campania Forza Italia possa vincere, il Cav avrebbe chiesto ancora una volta all’attuale governatore di ricandidarsi per la presidenza della Regione. Capisco che si tratta anche di un sacrificio, ma hai il dovere politico e morale di correre per il centrodestra, avrebbe insistito l’ex premier.
Di fronte al pressing del leader forzista, Caldoro avrebbe sottolineato di essere pronto a una riconferma, ma resta il nodo delle alleanze. Un suo governo bis, in sostanza, avrebbe garanzie di successo solo con il sostegno di tutte le attuali forze politiche, a cominciare dai centristi di Ncd e Udc. Berlusconi, raccontano, avrebbe preso atto di questa esigenza, condividendo la necessità di correre con un centrodestra campano unito, perché le divisioni porterebbero inevitabilmente a una sconfitta.

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