Bolzano, morti due neonati in ospedale: sospeso l’uso di un detergente lavapiatti

L’evento ha scosso profondamente la comunità e le autorità sanitarie: nei giorni immediatamente precedenti Ferragosto, due neonati prematuri, ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale, sono deceduti a causa di una grave infezione da Serratia marcescens, tra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. La Procura di Bolzano ha delegato i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) per accertare il rispetto dei protocolli igienici e sanitari nel reparto, nonché per individuare eventuali fonti di contaminazione.
Un quadro di rischio elevato e vulnerabilità neonatale
Pierpaolo Bertoli, dirigente dell’Azienda sanitaria Alto Adige, ha sottolineato la fragilità dei piccoli pazienti, nati rispettivamente alla ventitreesima e ventisettesima settimana di gestazione, condizioni che espongono ad un elevato rischio di infezioni. La Serratia marcescens, patogeno responsabile delle infezioni, è noto per diffondersi rapidamente negli ambienti ospedalieri e causare sepsi, meningite e polmonite, molte volte con esiti letali, soprattutto nei neonati con un sistema immunitario immaturo.
Nel frattempo, il reparto ha adottato misure di sicurezza rafforzate, tra cui controllo intensificato, completa disinfezione degli ambienti e isolamento di casi sospetti. Un coinvolgimento umano e professionale intenso, testimoniato anche dall’assessore alla salute Hubert Messner, che ha rivolto la propria vicinanza alle famiglie colpite e un ringraziamento al personale medico e sanitario per l’impegno profuso.
Indagini, misure e implicazioni per la sanità locale
A titolo precauzionale e in attesa di ulteriori verifiche, l’Azienda Sanitaria ha sospeso l’uso di un detergente lavapiatti potenzialmente contaminato in tutti gli ospedali della provincia, decisione che resterà in vigore fino a revoca. Nonostante la criticità del caso, gli altri reparti dell’ospedale di Bolzano mantengono la piena operatività. Le gravidanze a rischio vengono temporaneamente indirizzate verso strutture alternative, come l’ospedale Santa Chiara di Trento.
La tragedia solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza nelle terapie intensive neonatali, l’efficacia dei controlli ambientali e la vulnerabilità del sistema ospedaliero in situazioni di emergenza sanitaria. Il caso è ancora in fase di indagine, con la Procura che deve decidere se procedere con autopsie per chiarire appieno le cause del decesso. Nel frattempo, la comunità resta con il peso dell’enorme perdita e con la necessità di riflettere sulle misure preventive per evitare simili eventi in futuro.
