Cade il ‘mito’ della sanità britannica. Croce Rossa: “Condizioni degne del terzo mondo”

Cade il ‘mito’ della sanità britannica. Croce Rossa: “Condizioni degne del terzo mondo”
14 gennaio 2017

“Crisi umanitaria” secondo la Croce Rossa, condizioni “degne del terzo mondo”, per i medici che ci lavorano: il Servizio Sanitario britannico (Nhs), orgoglio del Paese dal 1948, sta attraversando un periodo di crisi che rischia di costare caro al governo del premier Theresa May. Le foto di un bambino addormentato su una coperta appoggiata su due sedie, lasciato per cinque ore al pronto soccorso nonostante una sospetta meningite, hanno fatto il giro del web. In realtà la crisi dell’Nhs è ormai una questione annosa, complice l’invecchiamento demografico della popolazione e una politica votata all’austerità: uno dei cavalli di battaglia dei fautori della Brexit era proprio il poter investire nel servizio sanitario i soldi non più versati a Bruxelles.

Qualsiasi crisi, come l’epidemia di influenza invernale, è ormai sufficiente a far traballare l’intero sistema: dall’autunno scorso i tempi di attesa al pronto soccorso sono aumentati in media del 23% e alcuni pazienti hanno dovuto spendere più di quattro ore prima di poter vedere un medico; la scorsa settimana sono morte due persone, temporaneamente collocate su delle barelle in un corridoio del Worcestershire Royal Hospital: mancano posti letto, ambulanze e medici. Il governo ha parlato di problemi temporanei: “L’Hns è sempre sotto pressione in inverno”, ha spiegato il premier May, ma i medici ribattono che questa volta non si tratta di una crisi invernale, ma di “una tempesta di neve nell’inverno eterno dell’Nhs”. Secondo i dati dell’Ocse la Gran Bretagna ha stanziato il 7,7% del Pil per le spese sanitarie pubbliche, contro l’8,6% della Francia e il 9,6% della Germania.

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