Elezioni anticipate, parlamento approva: alle urne l’8 giugno

19 aprile 2017

I deputati britannici hanno dato il loro via libera alle elezioni anticipate il prossimo 8 giugno. La Camera dei Comuni ha votato per le elezioni con 522 voti a favore e 13 contrari, un maggioranza ben superiore ai 434 voti necessari per approvare le richiesta di voto anticipato avanzata ieri a sorpresa dalla premier Theresa May. La Camera verrà sciolta il 3 maggio. Sulla stampa britannica si sprecano le interpretazioni sulla “marcia indietro” di May, che fino all’altro ieri ha sempre detto di non volere andare al voto anticipato. Se il Daily Mail, tradizionale megafono del movimento pro-Brexit, titola “schiacciate i sabotatori”, il Financial Times dà l’interpretazione più cattiva, citando fonti di Downing Street: May avrebbe deciso dopo aver raccolto voci delle prossime dimissioni di Corbyn, leader impopolare che ha ha fatto sprofondare il Labour nei sondaggi.

La premier avrebbe così preferito evitare di sfidare un partito guidato da un leader più carismatico e affidabile. Molti quotidiani puntano sulla risicata maggioranza di cui gode il partito conservatore alla Camera: appena 17 deputati, un numero che non rispecchi l’andamento più che brillante del partito negli ultimo sondaggi. Il Times con il suo titolo fotografa lo spirito dei sondaggi elettorali: “May va verso una vittoria a valanga”. Il partito conservatore infatti si preparerebbe a guadagnare almeno 50 seggi alla Camera, mentre il labour potrebbe perderne almeno altrettanti: secondo un “poll of polls” della Bbc compilato ieri, i tories si attestano al 43% delle intenzioni di voto contro il 25% dei laburisti, l’11% dell’Ukip e il 10% dei liberaldemocratici. Un sondaggio Icm per il Guardian dà addirittura i tories al 46%, 21 punti oltre il 25% dei laburisti. I nazionalisti scozzesi dell’Snp, con i loro 56 deputati, si asterranno al voto di oggi, mentre i liberaldemocratici si sono detti a favore di un’elezione anticipata. Oltre ad attaccare la May per la marcia indietro sulle sue intenzioni elettorali l’opposizione ha stigmatizzato l’annuncio di Downing Street che la premier non parteciperà ad alcun dibattito televisivo priam del voto.

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