Tensioni globali: Usa, Cina e Russia in rotta di collisione. Si rafforza l’asse anti-occidentale
Pechino si prepara a una dimostrazione di forza militare con una grande parata, dopo le accuse di “bullismo” lanciate contro gli Usa. Le tensioni economiche si sommano a quelle geopolitiche, con Trump che ha imposto nuovi dazi all’India per i suoi rapporti con Mosca.
Vladimir Putin, Donald Trump e Xi Jinping
La Casa Bianca alza il tiro, prendendo di mira l’India, il cui premier Narendra Modi ha stretto le mani di Xi Jinping e Vladimir Putin in segno di unità al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) a Tianjin. Peter Navarro, consigliere economico di Donald Trump, ha tuonato contro l’alleanza tra India, Cina e Russia, definendo Putin e Xi “due dittatori”.
In risposta agli acquisti indiani di petrolio russo a prezzo scontato, Washington ha imposto dazi “monstre” del 50% su Nuova Delhi. Una mossa che secondo Ian Bremmer di Eurasia Group rende gli Stati Uniti “imprevedibili e inaffidabili”, con “conseguenze” a livello internazionale.
Dall’Europa, invece, il disappunto è rivolto al sostegno della Cina alla guerra russa in Ucraina. Un portavoce della Commissione europea ha ribadito che l’appoggio di Pechino “continua a influire negativamente sulle nostre relazioni”.
L’asse anti-occidentale si rafforza
Mentre il ruolo della SCO si consolida come perno dei piani anti-Occidente, Xi Jinping si prepara a mostrare i muscoli. Il 3 settembre è prevista una grande parata militare a Pechino per celebrare l’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale e la resa del Giappone. Alla parata, oltre a un’altra ventina di capi di Stato e di governo, saranno presenti Vladimir Putin e Kim Jong-un. Una presenza senza precedenti, quella del leader nordcoreano, al suo esordio in un evento multilaterale. Seul ha denunciato che la Corea del Nord ha fornito armi e oltre 12.000 militari a sostegno della guerra russa, di cui circa 2.000 sarebbero morti.
Il nuovo ordine mondiale secondo Pechino
Oltre a voler prevenire possibili avvicinamenti tra Trump e Kim, Xi ha lanciato un chiaro segnale: nessuno può essere escluso dal suo piano di “concordia planetaria”. Una visione “più inclusiva” che contrasta con il “bullismo” attribuito agli Stati Uniti. Nel suo nuovo incontro con Putin, Xi ha ribadito che la sua “iniziativa di governance globale mira a collaborare con tutti i Paesi che condividono gli stessi ideali per sostenere con fermezza gli scopi e i principi della Carta dell’Onu”.
Lo scenario che si aprirebbe da un vertice tra Xi, Putin e Kim sarebbe inedito per la diplomazia tradizionale. Il tema del nuovo ordine mondiale è stato al centro di tutti i bilaterali di Xi, compresi quelli con il presidente mongolo Ukhnaa Khurelsukh e con l’iraniano Masoud Pezeshkian. Al leader iraniano, Xi ha difeso il diritto di Teheran all’uso “pacifico dell’energia atomica”, sottolineando che “la forza non è la via giusta per risolvere le divergenze”.
