FI e Ncd, prove tecniche di riunione

31 maggio 2014

Prove tecniche di riunione. Dopo la batosta elettorale, Forza Italia e Nuovo Centrodestra tentano di riprendere uniti il cammino per non essere travolti dalla valanga renziana. E così tra un colpo basso e l’altro, berlusconiani e alfaniani tentano il dialogo. A porgere la mano per primo, Paolo Romani, capogruppo di FI al Senato. “Ad Angelino dico: niente scelte lepeniste, abbiamo riavviato un dialogo con la Lega su alcuni punti concreti, come i due, dei sei, referendum leghisti che Forza Italia ha inteso firmare e sostenere. Abbiamo dato il via a quella ricostruzione di una piattaforma programmatica comune del centro-destra aperta a tutte quelle forze politiche e sociali che si riconoscano in uno schieramento alternativo alla sinistra. Dunque, ripartiamo da quelle basi comuni che ci hanno sempre caratterizzato come centrodestra e che nonostante la frammentazione con la quale ci siamo presentati alle elezioni, l’elettorato ha riconosciuto e sostenuto, certificando il ritorno ad un sistema bipolare ed affermando che alla protesta vanno date risposte e non urla, soluzioni e non insulti”.

Tuttavia, l’ex ministro azzurro sottolinea che “gli schieramenti non si fanno per somma algebrica ma solo rifondando su basi solide e rinnovando le idee e le soluzioni, e non solo le persone, possiamo pensare di dare vita ad una nuova coalizione”. Ma, avverte Romani, “sì alle primarie, in una logica di coalizione per la scelta dei candidati ai ruoli istituzionali, ma dobbiamo soprattutto costruire un progetto di partito serio, rinnovato che parta dalla base che si e’ impegnata in questa recentissima campagna elettorale. Dall’altro fronte, quello alfaniano, intanto arriva una nota armonica a firma dell’ex ministro Nunzia De Girolamo. “Sarebbe strano se non guardassimo a Forza Italia e a Silvio Berlusconi come primi interlocutori per la ricostruzione del centrodestra – dice -. Da Berlusconi e’ partito un progetto liberale al quale abbiamo sempre aderito e sarebbe sciocco negarlo. Il problema – precisa la parlamentare campana – e’ che quando abbiamo parlato di rinnovamento abbiamo subito pensato alla guerra civile tra le persone. Potremmo, invece, una volta tanto, ripartire dagli ideali e dai programmi che ci uniscono”.

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