A partire da lunedì 23 giugno, il Ministero della Cultura rafforza i controlli sui tax credit destinati al cinema, introducendo nuove regole per garantire che i fondi pubblici vadano solo a chi produce opere reali. La stretta arriva dopo il caso Kaufmann, che aveva beneficiato di incentivi senza produrre risultati concreti, spingendo il ministro Alessandro Giuli a intervenire per tutelare cultura, lavoro e risorse dei contribuenti.
Il provvedimento nasce in risposta a un episodio che ha sollevato polemiche: Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, sospettato di omicidio a Villa Pamphili, aveva ottenuto nel 2020 un tax credit per una produzione mai realizzata. “Nessun film fantasma potrà più approfittare delle risorse pubbliche. Basta sprechi: i soldi dei contribuenti devono andare solo a chi fa davvero cinema”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sottolineando la necessità di una svolta nel sistema di sostegno all’industria audiovisiva. Da qui le nuove regole per il tax credit cinematografico.
Da lunedì 23 giugno, la Direzione generale Cinema e audiovisivo aggiornerà il decreto direttoriale che disciplina il credito d’imposta internazionale, rivolto alle produzioni straniere che scelgono l’Italia come set. Tra le principali novità:
“Abbiamo siglato un protocollo con la Guardia di Finanza e investito 3,5 milioni di euro per potenziare monitoraggio, sorveglianza e controlli. Chi non rispetta le nuove regole sarà escluso per cinque anni da ogni agevolazione e, nei casi più gravi, denunciato per truffa”, ha spiegato il ministro.
Il credito d’imposta internazionale è nato per attrarre investimenti esteri e favorire la crescita del settore audiovisivo italiano. Secondo i dati del Ministero, la misura ha già contribuito a portare in Italia importanti produzioni, generando occupazione e valore aggiunto per l’intera filiera.
“Il sistema di incentivi ha funzionato bene, ma era necessario intervenire per evitare abusi”, afferma una fonte del Ministero della Cultura. “Le nuove regole garantiranno che i fondi pubblici vadano solo a chi produce cultura vera e occupazione reale”.
Le associazioni di categoria accolgono con favore la stretta sui controlli, ma chiedono attenzione per non penalizzare le produzioni virtuose. “La trasparenza è fondamentale, ma le procedure non devono rallentare i tempi di lavorazione”, sottolinea Chiara Rossi, produttrice indipendente. “Serve equilibrio tra rigore e sostegno concreto al settore”.
Anche gli operatori stranieri osservano con interesse le novità. “L’Italia resta una meta attraente per girare film, ma la certezza delle regole è essenziale per chi investe”, commenta John Miller, produttore statunitense.
Le nuove misure si aggiungono ai vincoli già previsti per le opere di nazionalità italiana, che per ottenere il credito definitivo devono dimostrare la distribuzione in sala o la diffusione tramite broadcaster nazionali o piattaforme online soggette a obblighi di investimento.
“Il credito d’imposta internazionale nasce con l’obiettivo di incentivare la spesa sul territorio italiano da parte di produzioni estere, coinvolgendo maestranze e imprese italiane. E sta funzionando molto bene. Tuttavia, è nostro dovere vigilare affinché nessuno possa abusarne”, ribadisce il ministro Giuli.
La stretta sui controlli rappresenta un segnale chiaro: il sostegno pubblico al cinema deve tradursi in cultura, lavoro e sviluppo reale. Il Ministero della Cultura promette di continuare a investire nel settore, ma senza più tollerare abusi o sprechi. “Vogliamo un sistema trasparente e meritocratico, che premi chi investe davvero nel cinema italiano”, conclude il ministro Giuli.
Le nuove regole, se applicate con equilibrio, potrebbero segnare una svolta per il settore, rafforzando la fiducia degli investitori e valorizzando la creatività italiana sui mercati internazionali.