Gelo Salvini su ipotesi Gallitelli premier. Fi: solo un profilo

Gelo Salvini su ipotesi Gallitelli premier. Fi: solo un profilo
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini
27 novembre 2017

Succede ogni volta. Silvio Berlusconi lancia un nuovo nome per palazzo Chigi e Matteo Salvini lo boccia. L’ultimo in ordine di tempo è l’ex comandante dei carabinieri, Luciano Gallitelli, “candidato” ieri sera in diretta durante ‘Che tempo che fa’. “Questa non l’avevo mai sentita ad una riunione”, replica infastidito il segretario del Carroccio. Ma in passato era accaduto altrettanto anche per gli altri nomi avanzati dal Cavaliere. Marchionne? “Uno che fino a ieri è andato a braccetto con Renzi”. Zaia? “Fa e farà benissimo il governatore del Veneto”. Draghi? “Non esiste, figuriamoci. E’ uno degli artefici di questa Europa”. Il braccio di ferro, insomma, non è nuovo. La parola d’ordine da Forza Italia è comunque quella di ridimensionare il caso. “Il nome del generale Gallitelli è stato fatto – spiega Brunetta – come esempio di un civil servant di straordinaria capacità, integrità, un amico”, un “esempio dello standard di qualità della società civile che noi pensiamo di coinvolgere nell’attività del prossimo governo”. Il generale, viene spiegato, sarebbe in realtà stato più preso in considerazione come possibile ministro, degli Interni o della Difesa, che non come presidente del Consiglio. Ruolo in cui Berlusconi continua a vedere benissimo solo se stesso. Ma il nome dell’ex comandante dell’Arma tracerebbe un “profilo” adatto a quel governo che già vede composto da “12 ministri che vengono dalla società civile, 8 dalla politica”.

Leggi anche:
Campagna elettorale Usa, Melania Trump in campo

Una ripartizione di cui però Salvini dice di non aver discusso. Così come – afferma – non si è ancora definito un programma comune. Che – insiste il leader leghista – andrebbe suggellato in maniera formale. “Chiederò – insiste – un impegno concreto, firmato, sottoscritto ad onore anche sul programma. Penso che vinceremo come centrodestra, anche con questa legge elettorale. Poi, però, non voglio cominciare a litigare il giorno dopo come accadde in passato”. Il timore del segretario del Carroccio è quello delle larghe intese del “giorno dopo”, qualora il Rosatellum non consegnasse una maggioranza sufficiente a far nascere il governo. Per questo i pontieri, come Renato Brunetta, tornano ad auspicare un tavolo in cui sedersi e discutere. “Ben venga al più presto – sostiene – un incontro tra tutte le anime del centrodestra, con Salvini e con la Meloni, con il petalo liberale, con quello cattolico, per scrivere un programma insieme, per metterci d’accordo anche su come governare insieme, con quali personalità con quali figure. Mi sembra che ci siano tutti i tempi e ci sia un idem sentire sull’Europa, sulla crescita, sulle tasse, sulla flat tax, sulla sicurezza, che ci sia una pensiero comune”. Il segretario del Carroccio, intanto, pone un altro paletto all’alleanza: no a transfughi di ritorno candidati nell’uninominale. “Ognuno nelle sue liste – sostiene – mette chi vuole. Forza Italia potrà candidare chi riterrà. Però coloro che verranno eletti con il voto dell’intera coalizione non possono essere persone che fino a ieri hanno sostenuto il governo Renzi”. askanews

Leggi anche:
Tajani: ho una esperienza unica per rafforzare l'Ue

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti