Guerra Ucraina, Draghi vede Sullivan e “chiama” i Paesi Mediterraneo

Guerra Ucraina, Draghi vede Sullivan e “chiama” i Paesi Mediterraneo
Jake Sullivan e Mario Draghi
15 marzo 2022

Tenere i rapporti con gli Usa (dove andrà tra aprile e maggio) e rinsaldare l’asse con i Paesi del Mediterraneo. E’ questa l’agenda diplomatica di Mario Draghi, che passa anche dal Vaticano, con gli incontri di oggi in occasione dell’anniversario dei Patti lateranensi. Il presidente del Consiglio, questa mattina, ha visto il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, dopo l’incontro che l’inviato di Joe Biden aveva avuto con il Consigliere diplomatico italiano Luigi Mattiolo. Draghi e Sullivan, ha spiegato Palazzo Chigi, “hanno condiviso la ferma condanna per l`aggressione ingiustificata da parte della Russia” e “la necessità di continuare a perseguire una risposta decisa e unitaria nei confronti di Mosca”. Draghi e Sullivan si sono inoltre detti d`accordo sull`importanza di “intensificare ulteriormente” i contatti tra Italia e Stati Uniti “a tutti livelli, alla luce degli eccellenti rapporti bilaterali e del legame transatlantico”.

Anche per questo Draghi, tra fine aprile e metà maggio, dovrebbe volare a Washington, per un atteso incontro con il presidente americano, dopo quello avvenuto a Roma lo scorso 29 ottobre. Draghi punta però anche a rafforzare il rapporto con i Paesi del Sud dell’Europa in vista delle prossime “sfide” all’interno dell’Ue. Nel vertice informale di Versailles, infatti, è già emersa la contrarietà dei Paesi cosiddetti “frugali” a usare fondi comuni europei per affrontare la crisi economica ed energetica provocata dalla guerra e dalle conseguenze delle sanzioni. Per questo Draghi venerdì vedrà a Roma il premier spagnolo Pedro Sanchez e il primo ministro portoghese Antonio Costa, con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis in collegamento video. L’obiettivo è avere una posizione comune (anche con la Francia) per ottenere il via libera a un intervento condiviso tra i Ventisette.

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Nella “tela” diplomatica di Palazzo Chigi rientra anche il Vaticano. Oggi Draghi ha incontrato il Segretario di Stato Pietro Parolin, nell’ambito della celebrazione del 93* anniversario della firma dei Patti Lateranensi e del 38* anniversario della revisione del concordato. Durante il colloquio sono stati affrontati, tra gli altri, temi di attualità, a partire dalla guerra in Ucraina, che è “fonte di estrema preoccupazione”. E’ stata sottolineata in particolare, spiega la Santa sede, “anche la necessità di uno sforzo condiviso per rendere più umane le condizioni di vita dei migranti, particolarmente di coloro che fuggono dalla guerra, anche tramite specifici interventi presso le nazioni di transito o che accolgono rifugiati”.

Intanto però c’è da portare avanti l’attività di governo. Giovedì dovrebbe essere convocato il Consiglio dei ministri per un primo intervento sul caro-bollette e sull’aumento dei prezzi dei carburanti. Questa sera a Palazzo Chigi si sono incontrati per discutere del tema i ministri dell’Economia Daniele Franco, della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Alcune delle ipotesi riguardano la rateizzazione delle bollette e il taglio delle accise di benzina e diesel, con una riduzione di circa 15 centesimi al litro. Il punto è trovare le risorse. “Stiamo valutando il taglio delle accise che non è differibile. Il tema è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini”, ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.

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Nello stesso Cdm (dopo una cabina di regia) dovrebbe essere esaminata anche la “roadmap” per le riaperture e la gestione del Covid dopo il 31 marzo, quando è previsto il termine dello stato di emergenza. Questa mattina a Palazzo Chigi Draghi ha fatto il punto sulla questione con il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli e il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Tra le altre cose, nel governo starebbe prendendo corpo l’orientamento ad abolire l’obbligo di “super green pass” per gli over 50 per accedere al posto di lavoro. Non è escluso anche l’arrivo sul tavolo di un nuovo decreto relativo alla crisi Ucraina (in particolare per la gestione dei profughi) mentre è certo il via libera al dlgs sulle crisi di impresa, esaminato oggi in un pre-consiglio.

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