I detenuti di Guantanamo negli Usa? Pentagono valuta alternative

I detenuti di Guantanamo negli Usa? Pentagono valuta alternative
18 agosto 2015

Guantanamo

Trasferire i detenuti di Guantanamo negli Stati Uniti. È una delle possibilità valutate dall’amministrazione Obama, visto che la chiusura del centro di detenzione sull’isola di Cuba è una priorità del presidente, che però ha affrontato numerosi ostacoli, tra cui il rifiuto del Congresso di concedere il via libera alla detenzione negli Stati Uniti. Una possibilità forse non così remota come creduto per anni, visto che il Pentagono sta valutando le possibili alternative interne, tra cui Fort Leavenworth, in Kansas, e la base navale di Charleston, in South Carolina, alla prigione voluta dal presidente George W. Bush dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Jeff Davis, capitano della Marina americana e portavoce del Pentagono, ha reso noto che il piano per la chiusura del carcere sull’isola di Cuba sarà presentato il prossimo mese in Congresso. In caso di approvazione da parte delle due Camere, cadrebbe il divieto di portare negli Stati Uniti i detenuti di Guantanamo. Molti repubblicani in Congresso sono però contrari al trasferimento dei detenuti e alla chiusura di Guantanamo, dove invece vorrebbero portare anche altre persone imprigionate e accusate di terrorismo.

Al momento, a Guantanamo ci sono 52 prigionieri di basso livello che potrebbero lasciare il carcere, in gran parte yemeniti, che Obama vorrebbe affidare a Paesi terzi, vista la guerra in corso in Yemen, e 64, invece, considerati troppo pericolosi per essere rilasciati. Per Obama, la chiusura di Guantanamo è un “imperativo nazionale”. Lee Wolosky, il nuovo inviato del dipartimento di Stato che si occupa dei negoziati per il trasferimento dei prigionieri, ha detto che il governo sta parlando con diversi Paesi per il “trasferimento di un ampio numero di detenuti. Questo processo avrà un’accelerazione nelle prossime settimane, perché la riduzione della popolazione carceraria con il trasferimento a Paesi terzi è una componente fondamentale del nostro sforzo per chiudere il centro di detenzione”.

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