La corona di Eugenia
Otto capolavori di oreficeria imperiale sono scomparsi dal Louvre in sette minuti. Tra diademi, collane e spille appartenute a Eugenia, Maria Luisa e Maria Amelia, il bottino raccoglie migliaia di diamanti, smeraldi e zaffiri del XIX secolo. Mentre Parigi mobilita sessanta investigatori, gli esperti lanciano l’allarme: se non recuperati rapidamente, i gioielli saranno smontati e venduti a pezzi, cancellando per sempre secoli di storia.
Il Ministero della Cultura francese ha diffuso l’inventario completo del maltolto: una tiara e una spilla dell’Imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, ornate rispettivamente da quasi duemila diamanti e oltre 2.400 brillanti; una collana di smeraldi e un paio di orecchini appartenuti all’Imperatrice Maria Luisa, con 32 pietre verdi e 1.138 diamanti; una tiara, una collana e un singolo orecchino della sontuosa parure di zaffiri che fu di Maria Amelia, ultima regina di Francia, e di Ortensia di Beauharnais. Completano l’elenco una preziosa spilla reliquiario.
La corona di Eugenia, con le sue otto aquile d’oro, 1.354 diamanti, 1.136 diamanti taglio rosa e 56 smeraldi, è stata invece abbandonata dai malviventi durante la fuga precipitosa, insieme a un altro oggetto. Entrambi i pezzi recuperati sono ora sotto esame per verificarne l’integrità. Il valore dei gioielli sottratti è stato definito dalle autorità “inestimabile” e di “incommensurabile rilevanza storica”.
“È in corso una vera e propria caccia al tesoro”, ha dichiarato Chris Marinello, amministratore delegato di Art Recovery International. Le sue parole non lasciano spazio a illusioni: corone e diademi verranno facilmente smontati e venduti in frammenti. “Non li manterranno intatti, li spezzeranno, fonderanno il metallo prezioso, ritaglieranno le pietre preziose e nasconderanno le prove del loro crimine”, ha spiegato Marinello alla BBC. Commercializzare questi capolavori nella loro forma originale sarebbe infatti praticamente impossibile, troppo riconoscibili e documentati.
Juliane Delsol, esperta di gioielleria e membro della Federazione Nazionale degli Esperti d’Arte, conferma a Le Figaro che questi tesori faranno fatica a trovare acquirenti sul mercato legale. “Troppo noti, troppo documentati, troppo facilmente rintracciabili. Il loro valore supera di gran lunga il prezzo del metallo: portano con sé una storia. Ed è proprio questo che li condanna”. Per l’esperta esiste un solo scenario plausibile: lo smantellamento totale. “Le pietre saranno disincastonate, le montature fuse, i volumi ridotti, le dimensioni alterate. Inevitabilmente, perderanno valore”.
Il contesto di mercato gioca contro gli inquirenti: con l’oro quotato oltre 110 euro al grammo, la domanda è in forte crescita. “A causa del Covid e degli attuali conflitti, il prezzo dell’oro è salito alle stelle. Se non le troviamo rapidamente, queste opere lasceranno rapidamente l’Europa”, ha avvertito Delsol.
Il museo del Louvre ha riaperto regolarmente i battenti alle 9 del mattino, ma una parte della collezione rimarrà inaccessibile. Il museo accoglie quasi nove milioni di visitatori all’anno e ospita 35mila opere su 73mila metri quadrati. La serrata forzata ha già creato disagi ai numerosi turisti con biglietti prenotati da tempo, già in fila dalle nove del mattino.
La ricostruzione parla di un’operazione fulminea durata appena sette minuti, eseguita da ladri “esperti” che potrebbero essere “stranieri” e “probabilmente” noti per crimini simili. Ieri alle 9.30, poco dopo l’apertura al pubblico, sfruttando un cestello elevatore posizionato per lavori in corso e dopo aver tagliato una finestra con una smerigliatrice angolare, i malviventi si sono introdotti nella Galleria Apollo, la sala commissionata da Luigi XIV per celebrare la sua gloria di Re Sole.
La galleria custodisce la collezione reale di gemme e diamanti della Corona, circa 800 pezzi. I criminali, con i volti mascherati, hanno aperto due vetrine sempre con la smerigliatrice, impossessandosi di nove manufatti del XIX secolo. Uno dei ladri visibili nel filmato di videosorveglianza indossava un gilet giallo, poi recuperato da un cittadino, ha riferito il procuratore di Parigi Laure Beccuau, che ha aperto un’inchiesta per furto organizzato e associazione a delinquere.
Secondo il Ministero della Cultura, grazie all’intervento tempestivo degli agenti del museo, “i criminali sono stati messi in fuga, abbandonando la loro attrezzatura”. Per il procuratore Beccuau, gli autori potrebbero aver agito “a beneficio di uno sponsor” oppure con l’obiettivo di ottenere “pietre preziose per effettuare operazioni di riciclaggio di denaro”.
Il ministero assicura che gli allarmi, posizionati sulla finestra esterna della galleria e sulle due vetrine di massima sicurezza, sono stati attivati. Tuttavia rimane da chiarire se le guardie abbiano effettivamente sentito questi allarmi e se siano “suonati” nella stanza dove è avvenuto il furto, ha sottolineato Beccuau. Un punto cruciale per comprendere eventuali falle nel sistema di protezione del museo più visitato al mondo.
“Abbiamo fallito”, ha dichiarato senza giri di parole il ministro della Giustizia francese Gerald Darmanin a France Inter. Secondo Darmanin, dei criminali sono stati “in grado di piazzare un montacarichi sulla pubblica via, di far salire le persone in pochi minuti per recuperare gioielli inestimabili e di dare un’immagine deplorevole della Francia”. Per il ministro, oggi i francesi “si sentono derubati”.
Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha già riconosciuto che i musei francesi sono “molto vulnerabili”. Con la collega per la Cultura, Rachida Dati, ha partecipato a una riunione con i dipartimenti governativi sulla sicurezza del Louvre. “Tutti erano sbalorditi e molto emozionati”, ha dichiarato Dati a CNews, paragonando l'”effetto sbalorditivo” del furto a quello causato nel 2019 dall’incendio di Notre-Dame, perché “colpisce la cultura, il nostro patrimonio comune, la nostra coesione e i nostri valori culturali”.
Le opposizioni non hanno risparmiato attacchi durissimi. “Fino a che punto arriverà la disintegrazione dello Stato?”, si è infuriato il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, denunciando un'”umiliazione insopportabile” per la Francia. “Penso che questo sia il sintomo di un Paese che non sa più come proteggere il proprio patrimonio”, ha rincarato Francois-Xavier Bellamy, vicepresidente del partito conservatore Les Republicains.
Questo colpo del secolo rappresenta il primo furto registrato al Louvre dopo quello del 1998, quando scomparve un dipinto del pittore francese Camille Corot, mai più ritrovato. “Quando è stato progettato, il Louvre non era pronto per accogliere dieci milioni di visitatori, non era pronto per nuove forme di criminalità: intrusioni, vandalismo”, ha ammesso Dati a CNews, rispondendo alle diffuse polemiche politiche e dell’opinione pubblica.
In un rapporto speciale atteso per dicembre, di cui i media diffondono oggi alcune anticipazioni, la Corte dei Conti deplora il “notevole ritardo nella messa a norma degli impianti tecnici e di sicurezza” in alcune aree del museo. Nei mesi scorsi erano state denunciate da più parti condizioni di degrado che richiedevano interventi di restauro e messa in sicurezza urgenti, richiamati con enfasi dal presidente Emmanuel Macron. Lo stesso Macron ha promesso che “recupereremo le opere e i colpevoli saranno assicurati alla giustizia”. Mentre la caccia ai responsabili coinvolge un ampio dispositivo di polizia e una sessantina di investigatori, resta la consapevolezza che ogni ora persa avvicina i capolavori imperiali a una fine ingloriosa: smembrati, fusi, irriconoscibili.