Il pranzo tra alfaniani e falchi FI

28 marzo 2014

Il più incuriosito era Paolo Romani, capogruppo di FI a palazzo Madama, che faceva la spola tra il suo tavolo e quello dove si consumava il pasto tra alfaniani ed emissari dei “falchi” del partito di Berlusconi, in particolare deputati legati a Raffaele Fitto. Un incontro avvenuto mercoledì in piazza di Pietra a Roma, al ristorante “L’Ingegno”. Cioè il giorno prima dell’ufficio di presidenza a palazzo Grazioli di Forza Italia. I tempi sono importanti perché due giorni fa tra il leader degli azzurri e i big del partito – esclusi dal cerchio magico dei nuovi arrivati alla corte del presidente – l’atmosfera era tesissima. Quasi al punto di rottura.

Così all’ora di pranzo, seduti davanti a un piatto di pasta e una tagliata di carne si sono ritrovati da una parte Barbara Saltamartini e Nunzia De Girolamo, deputate del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, e dall’altra Salvatore Cicu e Gianfranco Chiarelli, esponenti dell’ala dei falchi di Forza Italia. Tra i parlamentari del Ncd e gli azzurri, nonostante lo strappo violento avvenuto cinque mesi fa, i contatti non sono mai mancati. E lo dimostrano le “passeggiate” che Maria Rosaria Rossi, plenipotenziaria di Berlusconi, compie nell’aula del Senato verso i banchi degli ex compagni di partito. Colloqui, scambi di battute che fanno capire come, sotto l’apparente scorza di diffidenza e rancore, ci sia invece molta voglia di dialogare. Anche in vista di future – inevitabili – alleanze.

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Ma il tema del pranzo di mercoledì era molto più concreto. E riguardava la possibilità che Berlusconi insistesse con il “no” alla candidatura alle europee per Fitto e gli altri big che lo avevano chiesto. Un “no” che ha fatto salire al massimo la rabbia dei falchi, tanto da convincerli a iniziare un percorso di riavvicinamento verso il Nuovo Centrodestra. Nulla di deciso ancora ma un primo “assaggio” per capire che aria tira dall’altra parte. E da Ncd ostacoli non ne sono stati posti. Anche perché il sistema elettorale delle Europee, basato sulle preferenze, premia soprattutto chi è molto legato al territorio. Come, appunto, Raffaele Fitto, che controlla tutti i voti in Puglia. O come Nicola Cosentino, che con Berlusconi ha rotto da tempo e ha fondato la sua Forza Campania.

Due leader che al Sud, se messi insieme, rischiano di cancellare completamente Forza Italia dalla cartina geografica del meridione. Ma anche voti preziosi, eventualmente, per Angelino Alfano. Il suo partito veleggia nei sondaggi tra il 3,5% e il 5% e – assicurano i suoi parlamentari – in moltissime regioni gli amministratori locali sono passati da Forza Italia al Nuovo Centrodestra. Che vuol dire avere un discreto serbatoio di preferenze da poter spendere per le elezioni.

La preoccupazione e l’irritazione dei “falchi” di Forza Italia deve essere comunque arrivata alle orecchie di Berlusconi. Il quale sa benissimo che con Alfano la partita è tutt’altro che chiusa e che prima o poi lo strappo con il suo ex delfino sarà destinato a ricomporsi. Ma non ora. O almeno non prima delle elezioni europee, in cui i due partiti andranno invece separati e saranno pronti, un minuto dopo il risultato elettorale a “sbranarsi” rinfacciando all’altro il risultato peggiore.

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Per questo Berlusconi ieri ha fatto un piccolo passo indietro rispetto a quello che gli chiede il suo nuovo “cerchio magico” e ha dato il via libera alle candidature alle Europee per Raffaele Fitto. Disinnescando la mina che il deputato pugliese stava preparando. I contatti tra i due gruppi comunque restano. E prima o poi, al minimo segnale di lite, potrebbero tornare a “rianimarsi”.

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