Immigrati, arriva il Piano da un miliardo l’anno ma non c’è un euro. Alfano batte cassa, Fassino coordinatore

Immigrati, arriva il Piano da un miliardo l’anno ma non c’è un euro. Alfano batte cassa, Fassino coordinatore
26 settembre 2016

La prossima settimana via al nuovo Piano di ripartizione dei richiedenti asilo nei Comuni. L’obiettivo è ampliare la platea dei Comuni ospitanti, prevedendo incentivi e ‘sconti’ per le grandi città che già sopportano il peso maggiore dell’accoglienza. Al presidente dell’Anci, Piero Fassino, verrà affidato un ruolo di coordinamento ma, ha sottolineato il ministro degli Interni, Angelino Alfano, “non c’è nessun commissariamento in vista: “sono stato io a suggerire per iscritto al premier Renzi il suo nome”. I cardini del Piano sono stati discussi già in un incontro al Viminale tra il ministro e Fassino. L’obiettivo è giungere ad un’equa distribuzione dei richiedenti asilo su tutto il territorio nazionale. In media si pensa di distribuirne 2,5 ogni mille abitanti, differenziando i Comuni in tre classi: fino a 2.000 abitanti, con più di 2.000 abitanti e le città metropolitane. Nel primo caso il massimo dei migranti assegnati è 5; nell’ultimo si scende a 1,5 ogni mille abitanti. E i Comuni che aderiranno volontariamente al Sistema di protezione per richiedenti asilo (Sprar) potranno assumere nuovo personale, superando il blocco attualmente vigente. Sono 132mila i migranti sbarcati quest’anno (il 2% in più rispetto allo stesso periodo del 2015), ma il numero che pesa di più sul Viminale è quello delle persone ospitate nel sistema di accoglienza: sono ben 160mila. Le richieste di asilo giunte nel 2016 sono 78mila, contro le 53mila dello scorso anno. I dinieghi sono pari al 58% delle domande. Per gestire una partita così complessa il Governo ha deciso di creare una figura ad hoc.

Ma, ha osservato Alfano, “non si tratta di un commissariamento, con Renzi vado d’amore e d’accordo. Nel nostro Paese c’è un frazionamento di competenze che rende necessario il coordinamento”. Quanto alla scelta di Fassino, ha aggiunto, “è un soggetto istituzionale fino ad oggi mio interlocutore come presidente dell’Anci. E’ persona che stimo molto, è stato leale sul tema immigrazione e, finito il mestiere all’Anci, potrebbe fare un lavoro complementare a quello che ciascuno di noi sta facendo”. Il Piano, per funzionare, ha però bisogno di risorse – nell’ordine di circa un miliardo di euro l’anno – ed il ministro ‘chiama’ il ministero dell’Economia, rimasto indietro di qualche mese negli stanziamenti a chi gestisce l’accoglienza. “Occorre – ha spiegato – rimpinguare le risorse per pagare i nostri creditori. Io non sono un centro autonomo di spesa. Paghiamo se arrivano i soldi dal Mef. Quando il Mef darà i soldi pagheremo, se non li dà non posso pagare. Noi siamo un bypass”. Critiche le opposizioni. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, “abbiamo già dato e dato anche troppo, questo vale per Milano, per la Lombardia e per l’Italia intera. È in corso un’invasione finanziata dal Comune e dal governo, ci vuole un taglio ‘alla svizzera’. In Svizzera hanno votato”. In Italia, incalza Maurizio Gasparri (FI), “abbiamo già la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno, degli Esteri, le forze armate e dell’ordine, ambasciatori, l’Anci che anche quando non sarà più Fassino il presidente esisterà ancora. A che serve, allora, un commissario per l’immigrazione se non a creare confusione e a dare una poltrona a qualche trombato eccellente del Pd?”.

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